Uno splendido viaggio, questa volta non in moto, in un uno spicchio d'Africa ancora incontaminato e relativamente poco "turistico". Ritornandovi con la mente sembra quasi di respirarne i sapori, ammirarne i colori e ritrovare soprattutto coloro che sono i protagonisti assoluti: gli animali. Un'esperienza straordinaria e coinvolgente il cui racconto lo affido a Elena che ne ha tenuto un diario diligente e dettagliato.
8-9 giugno 2006
Alle 14.30 di questo 8 giugno partiamo per un viaggio alla scoperta dell’africa centrale, un ottimo compromesso tra una vacanza confortevole e un viaggio all’avventura. Dormiremo infatti in tenda, ma con una guida a supportarci sempre e aiutanti a precederci in ogni tappa per allestire il campo e i pasti. La scusa/occasione di questo viaggio è premiare la mia fresca laurea , così con papà Gigi, mamma Ivana e l’allora fidanzato Clemente ci rechiamo all’aeroporto di Malpensa. Si imbarcano i pochi bagagli, la tipologia di viaggio richiedeva un bagaglio piccolo, morbido e di massimo 12 Kg… per 11 giorni… Scalo e pizzetta a Francoforte, quindi alle 20.45 volo per Johannesburg dove atterriamo alle 7.30 del giorno successivo. Da qui alle 10.10, dopo un bel caffè e un po’ di shopping, prendiamo un volo interno che ci porta a Maun dove intorno alle 12 troviamo il nostro pilota, un ragazzotto in calzoncini corti. Con lui ci imbarchiamo su di un piccolo Cesna
dove fatichiamo a entrare tutti e 4 più i bagagli. Oltretutto il velivolo sembra alquanto malandato, ma appena alzati in volo le paure vengono spazzate via dalla meraviglia… Appena sotto di noi l’Africa, l’Africa vera, arida, incontaminata e branchi di animali liberi, selvaggi, un documentario vissuto in prima persona!
Il piccolo aeroplano supera la prova e alle 13 atterra su una pista inesistente nella Moremi Game Reserve. Situata nella zona nord orientale del Delta dell’Okawango, la riserva è stata istituita nel 1965 per contenere le stragi dei cacciatori ed ospita elefanti, bufali, giraffe, iene, licaoni, leopardi, ghepardi, antilopi oltre a diverse specie di uccelli.
All’atterraggio ci attende Kaiser, la nostra guida, che ci porta al campo per una pausa di relax, su un fuoristrada che sarà la nostra seconda casa per i prossimi dieci giorni.
Alle 16 siamo pronti per il nostro primo “game drive” che ci porta a vedere elefanti, ippopotami
nelle pozze d’acqua, impala, cudù, waterby, un coccodrillo e alcune giraffe, una delle quali è intenta ad abbeverarsi con tutte le cautele che questa operazione comporta.
La posizione che la giraffa deve assumere per bere la rende infatti estremamente vulnerabile agli attacchi, per questo essa deve scegliere ed attendere con cura e pazienza il luogo e il momento giusto per soddisfare la sua sete.
Tutto questo, sullo sfondo dei colori di un tramonto che inizia a calare rende lo spettacolo davvero unico.
Alle 18.30, dopo aver sostituito una gomma forata del nostro 4x4, rientriamo al campo, dove il fuoco è già acceso e l’acqua è già stata scaldata per consentirci una doccia tiepida e che “profuma” di fuoco, un odore che sembra ancora di sentire sulla pelle… La nostra efficiente guida ci prepara un piatto di spaghetti al ragù e poi si va a dormire nelle tende, piccole, ma confortevoli con le brandine e le coperte per il freddo notturno, siamo tutti davvero stanchi!
10 giugno 2006
La sveglia è alle 6 ed è scandita dal rumore dell’acqua calda che i due aiutanti, Julias e Kevin, versano nelle “tolette” fuori da ciascuna tenda. Si fa colazione e si parte per il game drive matuttino che ci riporta alla pista di atterraggio dei biplani, dove andiamo ad accogliere 4 australiani che parteciperanno con noi a questo viaggio. E’ con sorpresa e gioia che scopriamo che in questa vacanza saremo accompagnati da una famiglia “allargata” proprio come la nostra ed è così che inizia la nostra amicizia con mamma Shirley, papà Jhon, la loro figlia Tyla e il suo fidanzato di allora, Creig.
Alle 9 arriviamo sulla riva di un fiume dove un boat ci aspetta per una gita in barca
. Durante la navigazione incontriamo diversi ippopotami
più o meno tranquilli e scopriamo che è proprio a questo animale bisogna prestare attenzione più che a qualunque altro.
Tanto è impacciato sulla terra ferma, tanto è agile, possente e aggressivo in acqua! Dalla barca vediamo inoltre iguane verdi, un piccolo coccodrillo
, elefanti e sulla riva persino la carcassa di un bufalo ucciso due giorni prima, attorno alla quale volano gli avvoltoi, proprio come ci si aspetta che facciano, ma qui è tutto reale…e da lontano avvistiamo il nostro primo leone accompagnato da 4 leonesse.
Alle 15.30 rientriamo con la barca e la nostra jeep ci conduce in un game drive fino al campo, scende intanto la sera, e la giornata si conclude con un branco di elefanti che attraversano il fiume al tramonto.
Al campo doccia, cena a base di pasta, pollo e verdure, quattro chiacchiere davanti al fuoco e tutti in branda.
11 giugno 2006
E’ domenica, ma la sveglia qui in Africa è sempre alle 6. Facciamo colazione e attendiamo che le tende vengano smontate e che tutto venga caricato sulle auto, oggi infatti ci sposteremo in un nuovo campo dove staremo altre due notti. Lungo il percorso non mancano gli incontri ravvicinati: passiamo di fianco ad un grosso e anziano elefante è
che ci osserva stanco, avvistiamo impala
, cudù e alcune aquile. Alle 13.30 raggiungiamo il nuovo campo, pranziamo, diamo una mano nel montaggio di tende e brandine e ci concediamo un po’ di riposo.
Alee 16 siamo pronti per un nuovo game drive sulle tracce di un leopardo, costeggiamo un fiume e avvistiamo waterbuk (cobo o antilope d’acqua), coccodrilli, ippopotami (uno dei quali fuori dall’acqua circondato da uccelli bianchi che aspettano di cibarsi dei suoi parassiti sparsi sull’erba)
, bufali coi loro cuccioli, grey lory (un uccello grigio col ciuffo)
, una giraffa e moltissimi elefanti.
Niente da fare per il leopardo, ma Caesar ci mostra tracce di zebre e di cani selvaggi e il tour si conclude magicamente con l’avvistamento di due leoni intenti ad amoreggiare al tramonto sulla riva del fiume.
Tornati al campo ceniamo con pesce, riso e broccoli e scopriamo che al buio questo luogo si popola di piccoli topolini… Durante la notte il sonno è quindi parecchio disturbato da questi simpatici roditori che camminano sulle tende, ma anche da diversi rumori di leoni, elefanti e uccelli in lontananza.
12 giugno 2006
Sveglia alle 6, colazione e partenza alle 7 per un game drive all’alba durante il quale gli animali avvistati sono davvero tanti. Vediamo le nostre prime zebre un po’ da lontano
, poi un grosso waterbuk, impala, un kudù femmina solitario, un ippopotamo, una famiglia di kudù con un grosso maschio
, red lechwes (lichi), un’aquila che pesca, whistley duks (una specie di anatra), una mangusta, un branco di zebre più da vicino, gnu, babbuini coi loro piccoli, wattled crane (una specie di gru), un impala maschio molto vicino, da lontano dei cani selvaggi che corrono, moltissimi facoceri coi loro piccoli, uccelli pescatori e persino un grosso pitone (di circa 2 metri) lungo la strada
. Concludiamo la gita vicino ad una pozza d’acqua dove branchi di zebre e gnu si abbeverano insieme.
Rientriamo al campo per un pranzare e farci una doccia, all’uscita dalla quale troviamo le nostre tende circondate da elefanti curiosi. Alle 16.30 riprendiamo la strada, un grosso branco di bufali coi loro piccoli si abbeverano insieme ad alcune zebre, impala e a tantissimi elefanti. Dobbiamo passare in mezzo ad un branco di elefanti, facendo attenzione perché essendoci i piccoli le madri diventano molto aggressive. Avvistiamo ippopotami, un waterbuk col suo tenerissimo cucciolo e cani selvaggi a caccia di impala, un wild dog femmina porta un collare per essere studiato.
Alle 19 si rientra per la cena e durante la notte siamo cullati dal ruggito di un leone molto vicino.
13 giugno 2006
Ci svegliamo alle 6 e scopriamo che nella notte le iene ci hanno fatto visita distruggendo completamente la “tenda wc”…per fortuna nessuno di noi aveva avuto bisogno del bagno durante la notte! Le tende vengono smontate e alle 7 si parte verso il “public camp”. Lungo il percorso incontriamo due giraffe coi loro tre cuccioli, zebre in lontananza, moltissimi babbuini coi loro piccoli.
Alle 8.40 arriviamo al campo, attraversiamo un ponte e ci dirigiamo a Savuti che dista 112 Km. Arriviamo a Quye Village dove attendiamo un'altra jeep che ci deve passare i rifornimenti e ci rendiamo conto ora che durante questa settimana non avevamo avuto alcun contatto con altre persone al di fuori del gruppo, niente campo telefonico e nessun incontro “umano”. Ripartiamo e incontriamo un bellissimo leone di circa 5 anni che sonnecchia al bordo della strada, sbadiglia e sembra mettersi in posa davanti ai nostri obbiettivi.
Zebre, gazzelle, giraffe, scimmie, ippopotami e un coccodrillo
sulla riva ci accompagnano alla fine della Moremi Game Reserve. Ora siamo difronte al campo di ieri, ma dall’altro lato del fiume e ci avviciniamo al Chobe Park lungo la strada che divide le due riserve.
Ore 10.45 Welcome to Mababe.
Ci troviamo nella depressione di Mababe, un tempo un grande lago. Durante i lunghi mesi invernali la depressione di Mababe è completamente arida e secca, in estate però le piante vengono inondate e la depressione diventa un’immensa palude. Enormi concentrazioni di animali popolano questa zona, soprattutto durante i mesi invernali. Incontriamo facoceri, giraffe, aquile, secretary birds (uccelli con la cresta), e persino alcuni struzzi
. Alle 12.30 arriviamo al nuovo campo, in una zona molto sabbiosa di Sacuti, vicino al Kudù Hill,
nel Chobe National Park. Pranziamo, montiamo le tende, il tempo per una doccia e una partita a carte e si riparte. Alle 16.30 game drive attraverso le colline Kudù Hill e Sable Hill (insieme dette “Twin Hills”), col Savuti Channel sulla sinistra. Avvistiamo molti kudù e percorriamo il letto del Savuti Rivers, dove non scorre acqua dal 1982, il paesaggio è cambiato completamente rispetto ai giorni scorsi, le colline fanno ora da padrone. Raggiungiamo il Savuti Marsh che era un lago quando c’era l’acqua in questa zona. Lungo il percorso ci sono aree dove l’acqua veniva messa appositamente per attrarre gli animali, ora però i rangers non le utilizzano più e sebbene sotto il terreno l’acqua sia abbondante, in mancanza di affioramenti, gli animali hanno abbandonato la zona. Avvistiamo il Kori Bustard, un particolare uccello, in Africa il più grosso in grado di volare. Sasabi, gnu, impala e uccellini colorati ci accompagnano al campo per la cena.
14 giugno 2006
Sveglia alle 6.30 e alle 7.15 tutti a bordo per il game drive. Incontriamo steenbok (piccoli impala), impala, sassabes, un elefante che beve, avrà circa 16 anni secondo Caesar e ha perso una zanna combattendo
. E ancora gnu, un gruppo di 6 giraffe (tra le quali un maschio riconoscibile dalle corna più grosse e dall’assenza dei ciuffi di pelo sopra le stesse), zebre, ancora tante giraffe, zebre e gnu insieme, facoeri, struzzi e ancora molti gnu in lontananza. Individuiamo tracce di leone e di ghepardo (cita), avvistiamo 2 volpi, black backed jackal (sciacalli), ancora branchi di gnu e zebre che si abbeverano, white back voulture (avvoltoi bianchi), mavabù stokes (grandi uccelli), un’aquila che mangia, tre facoceri e molti impala
. Tra una foto e l’altra arriviamo nell’area dei Rock Paintings, i disegni rupestri dei primi abitanti del delta del fiume, risalenti a 4000 anni fa (all’età della pietra). Questi antenati vivevano nelle grotte, si nutrivano di frutti e degli animali cacciati e usavano disegnare sulle pareti i loro animali preferiti (elefanti, giraffe, antilopi, serpenti,…) utilizzando il Red Ocra, un’argilla speciale. I boscimani si successivamente spostati lungo il delta.
Alle 11 rientriamo al campo, pranziamo con fagioli, bacon e uova e dopo una doccia ci si riposa un po’.
Alle 16.30 game drive, incontriamo 2 steenbok, 2 kudù, uno sciacallo che mangia, mangusta a strisce, 4 leoni (un maschio, una femmina anziana e due cuccioli). Caesar ci spiega che nel Savuti vive un solo branco composto da 18 leoni, 3 fratelli maschi anziani che dominano il gruppo, alcune femmine anziane e diversi giovani esemplari
. Una gazzella controlla attenta all’orizzonte, si è accorta di qualche strano movimento e sta all’erta, ma era solo un facocero! Avvistiamo due elefanti, diverse zebre coi loro piccoli, un branco di gnu, due struzzi, tre volpi e due sciacalli. Alle 18 il sole inizia a calare, i colori sono meravigliosi e sullo sfondo di questo tramonto sbucano 4 leoni, si fermano ad osservare gli gnu, probabilmente stanno organizzando una battuta di caccia…ma in un attimo è buio e non possiamo soffermarci quindi si rientra al campo per la cena.
15 giugno 2006
Come di consueto ci svegliamo alle 6, colazione, smontaggio tende e partenza alle 7.30, alla volta di Serondela, nel Chobe, dove allestiremo il nuovo campo.
Durante il tragitto incontriamo il secretary bird, il bustrad, 2 wild cats che giocano sulla riva, 3 sciacalli che si rincorrono, steenbok e tracce di wild dogs. Individuiamo tracce di leopardo in direzione del Chobe National Park e seguendole, alle 8.40 facciamo il nostro ingresso in questo parco. Dobbiamo percorrere ancora circa 80 Km, che qui significa un viaggio di circa 2 ore e mezza per raggiungere Serondela e per la prima volta percorriamo una strada esterna alla riserva. Uno struzzo corre di fianco a noi e ci tiene il passo, il che significa che sta correndo a 70 Km/h! Incontriamo delle giraffe e due esemplari maschi di kudù davvero grossi. Alle 10.30 arriviamo al Chobe Kraft Center, un villaggio dove facciamo acquisti nel negozio dei cesti artigianali. Ogni villaggio qui ha la scuola primaria e una clinica, questo villaggio in particolare che conta 5000 abitanti ha anche la scuola secondaria. La gente vive in grosse famiglie e d’estate dormono anche all’aperto. Vicino al fiume, che tra due mesi sarà asciutto, pascolano mucche e pecore. Attraversiamo anche Babele Village, dove tre bimbi ci osservano curiosi, gli regaliamo delle mele e ne sono felicissimi, come se avessero ricevuto un regalo enorme!
Alle 11.30 rientriamo nel Chobe National Park
attraverso l’ingresso di Ngoma dove i rangers disinfettano il nostro automezzo prima di darci il permesso di entrare; davanti a noi la prima strada asfaltata dal nostro arrivo in Africa, a sinistra la Nabibia e a destra lo Zimbawe. Dopo mezz’ora di strada asfaltata eccoci di nuovo sullo sterrato, ed ecco i primi avvistamenti: grossi bufali e un esemplare di kudù femmina adulto
. Alle 12.30 arriviamo al nuovo campo, montiamo le tende, pranziamo e ci si riposa. Alle 17, dopo una bella doccia calda, si parte per il game drive lungo il Chobe river. Impala
, bufali, molti simpatici e buffi babbuini che giocano sulla strada
, tre facoceri
, una mandria di bufali sulla riva e ancora giraffe ed elefanti sullo sfondo di uno dei tanti bellissimi tramonti
africani. Concludiamo questa giornata osservando un gruppo di babbuini in riva al fiume, seduti sulle rocce guardano il tramonto aspettando il buio per poi salire sugli alberi dove dormiranno, è impressionante quanto sembrino esseri umani.
Alle 19 si cena, quattro chiacchiere e tutti in tenda, dove durante la notte vengono a trovarci alcune puzzole!
16 giugno 2006
Sveglia alle 6.30, dopo aver fatto colazione ed aver sostituito una gomma forata, alle 7.20 partiamo. Questo game drive ci regala molti avvistamenti: impala, aironi grigi
, anatre, bufali
, un’iguana dalla lingua lunghissima che cattura gli insetti, facoceri, un grosso leone
e due leonesse munite di collare (alcuni esemplari sono oggetto di studi) che ci camminano lentamente di fianco
. La riva del fiume è particolarmente popolata: sciacalli, impala, facoceri, red lechwes, coccodrilli. Un gruppo di babbuini, spaventati dalla presenza dei leoni, si rifugia sugli alberi. Alcuni avvoltoi volano sulla carcassa di un elefante. Ancora facoceri, un ippopotamo fuori dall’acqua, zebre e impala. Una leonessa si abbevera, ha le mammelle gonfie di latte, indice che da qualche parte tiene nascosti i suoi cuccioli.
Rientriamo al campo alle 10.30, dopo una doccia e un brunch, alle 12.15 siamo già in partenza per un nuovo game drive verso il villaggio di Kasane. Incontriamo un gruppo di kudù e un maschio solitario con grandi corna
; nel kudù quattro giri di corna corrispondono a otto anni d’età. Sulla riva vediamo scimmie, kudù che bevono, facoceri, molti ippopotami che dormono
e il puku, una nuova specie, simile all’impala, che viene dallo Zambia e vive solo nel Chobe National Park. Ad un tratto un gruppo di elefanti sbarra la strada, altre due jeep stanno facendo retromarcia perchè alcune femmine coi cuccioli si stanno mostrando molto aggressive, in effetti siamo tutti un po’ spaventati, ma Kaiser riesce a far spostare il gruppo e passiamo seguiti anche dalle altre vetture.
Usciamo dal parco e riprendiamo la strada asfaltata e ci fa un certo effetto vedere gli elefanti che la attraversano lenti. Arriviamo a Kasane alle 14 e dopo un giro di shopping, alle 15 con Salomon, la guida del Lodge Lily, partiamo per una gita in barca sul Chobe river, il fiume che segna il confine tra Botswana e Namibia. Ad un certo punto il Chobe si divide in due canali (nord e sud) e l’isola in mezzo viene contesa tra Namibia e Botswana, anche se sembrerebbe appartenere più al Botswana dato che il canale nord è più profondo. Sull’isola sventola infatti una bandiera blu, nera e bianca, i colori del Botswana a simboleggiare l’acqua e gli abitanti di pelle nera e bianca. Il Chobe si incontra poi con lo Zambesi per andare a finire nelle Cascate Vittoria.
Sul fiume incontriamo snake birds (uccelli neri dal collo lungo che si cibano di pesci)
, coccodrilli, tantissime banded mongoose (manguste striate), kudù, impala, un aquila pescatrice (uccello simbolo dello Zambia), water lizard monitor (una specie di varano che costeggia il fiume in cerca di uova che fiuta con la lingua). Un bufalo si rinfresca in acqua sullo sfondo di molti red lechwes. Sull’isola pascolano alcuni elefanti anziani che, essendo senza denti, attraversano il canale (profondo 5 metri, ma solo 3 nella stagione secca) per cibarsi dell’erba più tenera, dopo averla sbattuta un po’ per ammorbidirla ulteriormente.
Gli ippopotami fanno rumori col naso, si immergono (riescono a stare in apnea anche 5-6 minuti) e riemergono, i piccoli giocano e saltano in groppa alle mamme, ma i cuccioli maschi devono stare attenti. In ogni gruppo c’è un solo maschio dominante che cerca quindi di eliminare i piccoli maschi. Avvistiamo aquile, elefanti che attraversano il canale
, grossi coccodrilli che riposano sull’isola, puku, antilopi, giraffe, il turaco (una specie di pappagallo detto go away bird o grey lory) e un esemplare di chobe bushbuck, un’antilope con macchie bianche ravvicinate di cui rimangono ormai pochi esemplari. Gli elefanti mangiano infatti gran parte dei cespugli e questi animali, non potendo più nascondersi, diventano facili prede per i leoni.
Sbarchiamo in Namibia, davanti al Savana Lodge giusto il tempo per una foto
e ci rechiamo al punto dove Kaiser dovrebbe attenderci, ma è in ritardo, quindi Salomon ci accompagna al Chobe Lodge dove ci concediamo un tuffo in piscina e una bottiglia di vino. Kaiser ci raggiunge e dopo aver visto due grossi istrici all’ingresso dell’hotel torniamo al campo per la cena e l’ultima notte in tenda.
17 giugno 2006
Sveglia alle 6.30, colazione e dopo aver salutato Julias e Kevin, partiamo alle 8.15 in direzione Zimbawe. Durante il game drive avvistiamo elefanti, impala, faraone, kudù, bufali, un gruppo di elefanti che scendono al fiume tra i quali c’è un tenerissimo cucciolo di soli 7 giorni e altri giovani elefantini che si rincorrono
. Quando nel gruppo ci sono i piccoli, gli elefanti vengono a bere anche 2-3 volte al giorno perché i cuccioli non riescono a bere grosse quantità di acqua. Incontriamo facoceri, babbuini e impala, avvoltoi in volo probabilmente sopra una carcassa, un kudù di circa sei anni, molti ippopotami, piccoli di puku e coccodrilli, uno dei quali molto giovane. Incontriamo due jeep cariche di giapponesi che scattano foto persino a noi. Alla fine, giusto un attimo prima di uscire dal parco avvistiamo un grosso animale a bordo strada, passando velocemente sembra quasi un orso…Kaiser fa retromarcia e con sua e nostra grande sorpresa avvistiamo la nostra prima e unica iena, un grosso esemplare di Spotted Hayena!
Alle 10.50 entriamo in Zimbawe
dopo aver pagato il visto di 30$. Lasciamo il fuoristrada e saliamo a bordo di un pulmino Mercedes Benz che ci porta all’ hotel Sprayview di Victoria Falls. Alle 12 ci sistemiamo in camera e dopo tanti giorni una vera doccia! Alle 13 ci si ritrova alla reception per andare a piedi a visitare le cascate Vittoria, scoperte e battezzate così in onore della regina Vittoria d’Inghilterra dall’esploratore missionario David Livingstone nel 1855. Facciamo un giro attorno alle cascate, formate dal fiume Zambesi a circa metà del suo corso, muniti di ombrelli e impermeabili perché dal pulviscolo d’acqua sollevato (visibile a 30 Km di distanza) sembra piovere.
Il rombo assordante si sente fino a 1500 metri di distanza e lo spettacolo di questa enorme massa d’acqua che “cade” nella gola è impressionante. Arriviamo al ponte che collega Zimbawe e Zambia, sul quale passa un treno e dal quale alcuni coraggiosi si lanciano col bungee jumping. Torniamo in centro per un caffè e un po’ di shopping e acquistiamo dopo lunghe trattative una bellissima coppia di grandi giraffe in legno.
Alle 18 si rientra in albergo per un aperitivo e prepararci alla cena al ristorante, ci accorgiamo solo ora che tutti i vestiti che abbiamo sono ormai sporchi e impolverati, ma ci arrangiamo e ci rechiamo col pulmino al Boma restaurant.
In questo locale vengono servite, o almeno così ti dicono, le carni di diversi animali: impala, facocero, coccodrillo, bufalo, kudù, agnello, struzzo…si possono persino mangiare i vermi di mopane (vermi dell’albero del pane) con tanto di rilascio di attestato del coraggio per chi riesce a inghiottirli.
Tra un ballo, un canto e uno spettacolo la serata trascorre allegra. Rientriamo in Hotel giusto in tempo per vedere finire la partita dell’Italia e si va a dormire.
18 giugno 2006
Ultima sveglia in Africa, alle 8.30 facciamo colazione all’hotel, alle 9.25 ci ritroviamo alla reception dove salutiamo i nostri amici australiani e ci rechiamo all’aeroporto di Victoria Falls che dista circa 20 Km dall’hotel. Alle 11.50 prendiamo un volo interno
per Johannesburg, dove atterriamo alle 13.35. Rimaniamo in aeroporto cercando di assimilare e fissare nella mente le emozioni, i colori, i profumi di questo viaggio meraviglioso. Da Johannesburg infine il volo per Milano, sempre con scalo a Francoforte, dove arriviamo alle 9 del giorno successivo. L’Africa ora è lontana, il Botswana al centro di essa con tutte le sue meraviglie e le sue creature, ma i ricordi di questa avventura saranno sempre con noi.