Questo viaggio alla riscoperta del Marocco nasce dalla volontà di portare mio figlio, Matteo, nel Paese che visitai 31 anni prima alla sua età. Quale modo migliore per testare il suo nuovo F800GS? Il rodaggio del suo GieSsino si rivelerà invece la fine del mio R1150RT, venduto dopo tanti anni (e tanti Km) per essere sostituito con una moto più 'offroad'.
Il Marocco si è rivelato ancora una volta un Paese affascinante e pieno di posti e persone da scoprire. Pur essendo cambiato in questi 29 anni conserva ancora intatta la sua tradizione e la sua cultura (salvo città 'da turista' quali Agadir). Lascio la stesura del diario di bordo a mio figlio.
Buona lettura e soprattutto buona strada!!!
26-27-28 Luglio 2008
Partenza alle ore 6 e 40 da Lecco, le moto già caricate (e controllate minuziosamente dalla mamma) la sera prima, agevolano la partenza. All’una e mezza sosta in autogrill per il pranzo, i panini contengono quasi sicuramente oro, perché il prezzo è pazzesco. Arrivo a Montpellier
alle ore 18:00 in albergo già prenotato. Alloggio piccolo ma decente (con aria condizionata). Usciamo per la cena e per una birretta in centro, bella città. L’unica donna della spedizione per mantenere alto il nome di donna compra un paio di scarpe. Cena semplice, a letto presto.
Partenza all’alba (6:30!!!!!!!) alla volta di Barcellona…gran bella città, ma visitiamo solo il porto dove per altro assistiamo a strane trasformazioni di auto in tir. Imbarcano il tutto e con 20 minuti di anticipo (alle 14:40) si parte per Tangeri.
La nave sembra decente, ma le apparenze ingannano…cuccetta decisamente troppo piccola per contenere tre persone…servizio di ristorazione scadente. Il risveglio non è dei migliori, la fila per la colazione è inesauribile e…si opta per il bar.
Tiriamo l’ora di pranzo e ci troviamo di fronte alla solita coda chilometrica di marocchini che ci guardano straniti (siamo gli unici non marocchini a bordo), gli stranieri siamo noi.
Ore 14:30 siamo gli unici senza il timbro sul passaporto necessario per sdoganare.
Ore 15:59 timbro ottenuto da un poliziotto fannullone.
Ore 16 arrivo nel porto di Tangeri
Ore 17 si sbarca
, gli indigeni sembrano apprezzare le moto e ci fanno saltare tutta la coda alla dogana…allunghiamo 10 euro e otteniamo l’ennesimo lasciapassare assieme a 4 avventurieri francesi diretti a Dakar.
Siamo a Tangeri!! Cerchiamo un albergo e dopo vari rifiuti per ‘’tutto completo ’’ approdiamo al Marco Polo…molliamo le moto in garage e ci sistemiamo in albergo. 52 euro non potevano essere spesi meglio...accogliente, tv digitale, camera spaziosa e aria condizionata
. Doccia e ci portiamo alla piazza centrale, nella città alta…fortunatamente troviamo uno spiedinaro da strada…spiedini ottimi!!!
Ci portiamo alla visita della Kasba (fortezza che sovrasta la medina) dove veniamo abbordati da un tizio che ci fa vistare la città in una specie di maratona…lo salutiamo e ringraziamo con 5 euro, ne vuole 20…10 è il punto d’incontro. Si è fatto il mese, ma ne è valsa la pena.
La cena non è compresa ma al grill restaurant ci trattano da dio per 284 DH (26 euri).
Taxi e rientro in albego.
Km totali 1120
29 luglio 2008
Ci portiamo a fare colazione al caffè sotto l’albergo. Il vecchio rimembra ricordi ormai appannati...sarà davvero questo il bar dov’era stato in tempi antichi?
..mah…comunque la colazione riattiva tutti e possiamo andare al garage a riprenderci le nostre moto.
Siamo in sella…ci fermiamo a Tetouan dopo una deviazione non voluta ma apprezzata…l’asfalto non è male e ci si diverte da matti viste le curve morbide percorribili anche a buone velocità. Dopo una visita guidata e una coca-cola siamo di nuovo in moto. A metà strada per Chefchaouen la fame inizia a farsi sentire. All’alba dell’una e mezza raggiungiamo Chefchaouen
dove finalmente ci fermiamo a mangiare. Solito baretto in mezzo alla strada con tavolini improvvisati e carne fatta alla griglia…come sempre non ci delude…carne speziata e patatine per tutti….80 DH e via, la cosa simpatica è che non si capisce chi lavori davvero per il bar…però dimostrano una buona dose di onestà correndo verso di noi (ormai già in moto) per restituirci la macchina fotografica che qualcuno (non io e non la mamma) ha scordato al tavolo. Con la bocca ancora piena le moto si muovono…mancano 130 km a Fes, ma su queste strade, seppur divertenti, le velocità sono ridotte…alle 17:30 raggiungiamo la destinazione, passando per Ouezzane, e l’albergo prenotato da Tangeri.
Km 358
30 luglio 2008
Giornata dedicata alla visita della città di Fes
. Siamo fortunati e troviamo una guida che parla abbastanza bene l’italiano e sembra entusiasta di farci da guida. Evidentemente è pure atleta perché senza le nostre richieste non si sarebbe mai fermato. Fes si rivela una città labirinto, ma al contempo molto affascinante
; la scarsa presenza di turisti fa apprezzare maggiormente la città che scopriamo nella sua realtà grazie anche all’ottimo lavoro fatto dalla guida che ci porta in posti altrimenti irraggiungibili da soli
.
In quanto capitale dell’artigianato è facile imbattersi in veri e propri falegnami al bordo della strada, oltre ai tessitori, agli artigiani che lavorano piatti in simil-rame e, infine, alla conceria, vera e propria fabbrica di pelle dove regna un odore a dir poco nauseabondo. Lasciamo la guida all’una per pranzare; soliti spiedini di carne con patate fritte…sempre ben accetti. Il pomeriggio viene impiegato completamente per svolgere attività fisica di elevato livello: si dorme fino alle sei. Dopodiché giretto per i vicoli costellati di negozi improvvisati.
Alle 19 appuntamento con la stessa guida della mattina per completare la visita alla parte vecchia della città…l’accordo di sbrigare il tutto in un’ora non è fattibile e finiamo con il camminare ancora fino alle 10 di sera. Subito il giovane ci spiega che dopo il lavoro è abitudine fumare Hashish e ce ne offre anche un po’ che dobbiamo rifiutare. Singolare la faccia di un artigiano che andiamo a visitare nel suo negozio poco prima della chiusura, il quale esordisce asserendo di non essere in grado di farci una dimostrazione perché stanco. Il giro si completa con la visita a casa della nonna della guida, un donnino di circa 100 anni (vai a capire poi quanti ha per davvero) in formissima che ci offre il pane fatto da lei in giornata. Visita davvero piacevole.
Evidentemente in giornata sono arrivati molti turisti tant’è che tutti i bar sono pieni di tedeschi e spagnoli. Cena e, prima del rientro in albergo, ci facciamo portare da un taxi in un albergo situato a monte della città; ci sediamo in uno dei tavoli sulla balconata e, sorseggiando una coca cola, ci godiamo la splendida vista notturna della città ai nostri piedi e della vicina Meknès.
Tornati in albergo per mezzo di un taxi guidato da un tizio che sembra un terrorista, i vecchi non si smentiscono e convertono due giovani francesi al gioco del burraco…due giovani vite sono invecchiate di parecchi anni in una sola sera.
31 luglio 2008
La sveglia è libera e alle 8 siamo già seduti a fare colazione, abbondante poiché la tappa giornaliera, che ci porterà a Merzouga, è di 450 Km. Convinciamo l’albergatore a prenotarci un albergo. Ne trova uno e anche se il prezzo appare esagerato (circa 120 euro a stanza) dobbiamo accettare. Ci mettiamo in moto verso le 9 diretti ad Azrou; pochi chilometri dopo la partenza incontriamo un ostacolo proprio in mezzo alla carreggiata. Una volta vicini realizziamo che quell’ostacolo è un gruppo di scimmie che popola questa piccola foresta (la “foresta di cedri”) e notiamo che ai bordi della strada ce ne sono molte altre
. Inizia un lungo susseguirsi di chilometri che ci porta, passando per Midelt e Rissani, fino a Rich, dove pranziamo. Troviamo un ristorantino locale molto carino, i ragazzi che ci servono sono disponibili e ci danno un paio di dritte riguardo il nostro tour, che man mano sta mutando.
Ripartiamo e ci fermiamo per la benzina a Er Rachidia; qui veniamo assaliti da ragazzi che sanno chi ha un albergo e dove, ma soprattutto offrono fumo come se fosse acqua
. Poco dopo ci troviamo a visitare le Sorgenti Blu di Meski. Carine ma l’elevata affluenza di ragazzi lo rende un posto caotico. Conosciamo una coppia di cugini che ci offrono un tè e l’occasione di fare due chiacchere. Parlare con i marocchini si rivela piacevole e conferma che la parte più bella del viaggiare è proprio quella di conoscere nuove culture. Ci rimettiamo in viaggio e ci troviamo di fronte ad uno spettacolo scandalosamente bello…il fiume che nasce dalle sorgenti blu prosegue il suo viaggio in mezzo ad una valle (Oasis du ziz), racchiusa tra due alture rosse come il fuoco. Il passaggio dell’acqua ha permesso la crescita di una vasta vegetazione in un gioco di colori fantastico.
Con gli occhi pieni di questa meraviglia naturale tiriamo dritti in direzione Merzouga. Arrivati, ma l’albergo è introvabile
… Un ragazzo si offre di portarci all’albergo per 5 euro, gliene offriamo uno ed accetta. L’albergo, prenotato da Fes, è uno dei più belli in cui sia stato; costruito secondo la tradizione marocchina, con le stanze disposte sul profilo ed un grande spiazzo al centro, si trova in uno scenario naturale davvero sbalorditivo
. Raggiungerlo ci costa 5 minuti di sterrato, ma una volta arrivati ci togliamo ogni dubbio su chi ci aveva consigliato. L’albergo si trova alle porte del deserto del Sahara, e quando dico alle porte intendo dire che buttandomi dal terrazzo atterrerei su una delle innumerevoli dune che si spingono fin dove gli occhi non possono vedere
. Ci fermiamo ad assaporare le sensazioni date dal Sahara quando una tempesta di sabbia ci investe…dura un paio d’ore.
Cena discreta, ma l’ambiente è quello giusto.
Km 485
1 agosto 2008
Giornata dedita al riposo e alla scoperta del Sahara. Con l'albergo sito alle porte del deserto è sufficiente camminare pochi minuti per addentrarsi tra le dune di questo magnifico posto! Un bagno in piscina invece ci rinfresca dalla calura africana
.
2 agosto 2008
Partenza come da programma alle 8:30…direzione: Ouarzazate. La temperatura del mattino è piacevole, 32-33 gradi Celsius, e riprendere in mano l’acceleratore dopo un giorno di cazzeggio è una goduria. Ci portiamo fino a Gorges Du Dades
: delle gole profondissime nel mezzo delle quali scorre un fiume. Lo spettacolo è indescrivibile, peccato solo per i 30 km, di strada tortuosa, in più necessari per raggiungerle. Foto di rito e decidiamo di riportarci a Buomaine du Dades per il pranzo
.
Troviamo un bar – ristorante carino e decidiamo di sostare qui. Solito pranzo, ma il caldo comincia a farsi sentire…con il senno di poi sarebbe stato meglio limitarsi ad un po’ di frutta.
I chilometri che ci separano da Ouarzazate sono solamente 100, ma la temperatura sale a vista d’occhio fino a 39°. La strada non ci è amica e, seppur colpisca per spettacolarità, ci mette a dura prova con interminabili rettilinei circondati da zone desertiche che si perdono davanti noi. Con la testa ammattita e il corpo ormai esanime raggiungiamo Ouarzazate
e il tanto sognato albergo.
L’hotel des Gardins du Ouarzazate è in stile locale, ma non per questo di cattivo gusto. Non manca l’aria condizionata ed il wi-fi.
Km 430
3 agosto 2008
Il cielo del mattino è grigio, il che rende i 30 gradi mattutini una manna del cielo. La colazione non è nulla di speciale, ma basta. Il programma odierno prevede una visita alla Kasbah prima della partenza per Taroudant
. Con le moto ci portiamo alla Kasbah, paghiamo l’ingresso e scrocchiamo una visita guidata aggregandoci ad un gruppo di turisti Italiani arrivati in pullman. Finita questa breve visita facciamo un giro nella città vecchia; Ibraim rispetta i tempi pattuiti ed in mezz’ora ci fa fare un tour completo grazie al quale abbiamo occasione di vedere diversi nidi con rispettive cicogne (animale considerato sacro) e anche un muratore marocchino intento a formare mattoni di fango pronti per l’essiccatura e il successivo utilizzo per il restauro della Kasbah.
Dopo essere tornati in albergo per caricare le moto ci mettiamo in viaggio alla volta di Taroudant. La strada non è male e raggiungiamo la città nel primissimo pomeriggio; decidiamo allora di percorrere ancora un centinaio di Km per arrivare sino Agadir. La giornata non è molto calda, le temperature si aggirano tra i 33 ed i 38 gradi, e viaggiare in moto non è di conseguenza troppo pesante. Avvicinandoci alla città il cielo si fa scuro e le temperature raggiungono addirittura i 23 gradi.
Agadir, città di mare, appare molto moderna (per lo standard marocchino, si intenda) e forse troppo a misura di turista: si aggirano addirittura motoscafi con paracadutisti al traino in stile Rimin
i. Ci mettiamo alla ricerca di un albergo e dopo averne scartati diversi, per ‘’all complete’’ o per prezzi decisamente elevati, approdiamo al Riad Karan. Il prezzo è ottimo e l’albergo sembra accogliente…in realtà, esclusa la stanza, è abbastanza triste ed è pure lontano dal centro città. Il pomeriggio è ancora lungo e dopo la doccia ed un pisolo decidiamo di toglierci il pensiero e prenotiamo i due alberghi per le cinque notti successive tra Essaouira e, finalmente, Marrakech.
Aperitivo con sandwich e hamburger, cena a base di pizza.
Km 380
4 agosto 2008
Agadir si rivela una città prettamente turistica e per questo subito dopo colazione ci rimettiamo volentieri in marcia alla volta di Essaouira.
Il nostro percorso è reso ostile da una nebbia che per qualche chilometro ci riporta con l’immaginazione nelle pianure Pavesi, ma è facile tornare alla “realtà” grazie ai dromedari ed alle mucche al pascolo sulle spiagge oceaniche.
C’è spazio anche per qualche scena ironica grazie all’unica donna della spedizione che insiste col sostenere di aver visto diverse capre sui rami degli alberi
; alla fine la situazione degenera e tocca darle ragione onde evitare di alterare il clima di equilibrio che fono ad ora sembra reggere (permane comunque l’idea di contattare uno psicologo, n.d.r.).
La strada che ci divide dalla meta non è molta, ma la lenta percorrenza aumenta notevolmente il tempo necessario a raggiungerla. Arriviamo a destinazione nel primo pomeriggio e ci insediamo in albergo; le quattro stelle sono meritate, piscina, wi-fi, buon ristorante e diverse sale svago disponibili.
Usciamo per un aperitivo dato che nell’albergo non servono alcolici, ma scopriamo nostro malgrado che bere una birra in terra marocchina sarà sempre più difficile. Ci accontentiamo di un tè alla menta e ci spostiamo nella città vecchia per la cena. Troviamo un ristorante tipico e come previsto la cena è più che buona, peccato per il prezzo decisamente alto per il luogo dove ci troviamo
.
Km 176
5 agosto 2008 - visita di Essaouira
Giornata dedicata alla visita della città che, a differenza di Agadir, sembra subito molto affascinante e piena di vita. Ok in realtà la mattina solo il vecchio ha il coraggio di uscire per una passeggiata sulla spiaggia, ma nel pomeriggio invece…sdraio e piscina…Alle 18:00 inizia il nostro tour della città vecchia. La città è circondata da mura e si può entrare in essa grazie a cinque porte.
La parte più sorprendente la scopriamo quando “approdiamo” al porto non turistico. L’odore nauseabondo ed i gabbiani che sorvolano tutto il porto caratterizzano principalmente il porto; è comunque interessante vedere come sia possibile ormeggiare 100-150 barche da pesca, e scaricarne il pesce, in una darsena da 20 metri quadrati. La visita ci dà anche l’occasione di vedere quattro poveri squali catturati dai pescatori
6 agosto 2008
I km che ci separano dalla meta più ambita sono pochi e ci concediamo una colazione lunga e abbondante. Sistemiamo bagagli e conto, portiamo le moto fuori dal parcheggio custodito e via…di nuovo in marcia. Dopo circa tre ore di marcia (intorno all’una) eccoci a Marrakech!! L’ingresso in città è trionfale!!...dopo cento metri il capitano lamenta problemi alla frizione e figliol prodigo…finisce la benzina!!!!!!
Contrariamente a qualsiasi aspettativa Gigi non fa una piega, scarica la passeggera e si mette alla ricerca di un benzinaio. Nell’attesa che il vecchio torni con il carburante facciamo amicizia con il portinaio di un ospedale che ci dà vaghe indicazioni su dove dovrebbe essere il nostro hotel. Il carburante arriva, la moto beve e si rimette in marcia…ci mettiamo un pochino ma raggiungiamo l’albergo. Situato poco lontano dal centro è un albergo di media classe, costruito secondo la tradizione marocchina è caratterizzato da un enorme lampadario che attraversa, al centro, tutti i 5 piani dell’albergo. La piscina non è male, se non fosse per la vista su un cantiere Pranziamo in un locale tipico, situato vicino all’hotel, ma effettivamente rimaniamo delusi…
Il pisolo è d’obbligo e il caldo un buon pretesto per prolungarlo sino le sei e mezza. Chiamiamo un taxi e ci facciamo lasciare sotto la grande moschea di Marrakech, Kutubiya, che si fa notare per il minareto altissimo. Ci dirigiamo verso il centro e subito capisco che non è una città “normale”.Seppur effettivamente i turisti non siano così numerosi, la mole di gente che affolla la zona pedonale è impressionante. I numerosi negozi ai bordi della via vendono le cose più disparate, dalle pentole, all’ultimo modello di cellulare…camminiamo ed ecco che iniziamo ad intravedere la famosa piazza Jama’a el-Fnaa
. Questa piazza, famosa in tutto il mondo, è un’impressionante luogo di ritrovo per turisti ma soprattutto per i marocchini
.
Proseguiamo la visita della piazza e notiamo anche delle cartomanti. Inoltre si creano diversi gruppi di credenti che si siedono a terra disposti a cerchio ed ascoltano il saggio con il quale possono confidarsi o chiedere consiglio riguardo alla religione, ma non solo. Ci addentriamo quindi nella Medina. Molto simile alle medine visto fin qui, si distingue principalmente per le dimensioni. Nella Medina di Marrakech è molto facile perdersi, ma è altrettanto facile riuscire a tornare nella piazza Jama’a el-Fnaa.
Quando vi ritorniamo, circa un’ora e mezza dopo, stentiamo a riconoscerla; in sole due ore hanno allestito circa 100 “banchetti” indipendenti dove è possibile sedersi e mangiare le specialità tipiche, ma anche pesce e verdura; inoltre, nell’altro lato della piazza, un numero straordinario di carretti disposti ordinatamente offrono spremuta d’arance fresca a soli 30 €cent.
Per non perdere il vizio mangiamo in uno dei banchetti, il n°37, e ne approfittiamo per conoscere due turiste olandesi. Finita la cena ci concediamo un tè in uno dei tre bar che si affacciano sulla piazza concedendo agli occhi uno spettacolo raro
. La giornata è stata lunga e alle undici e mezza ci facciamo riaccompagnare in albergo.
Km 200
7-8 agosto 2008 - visita di Marrakech
Il risveglio è difficile e riusciamo a riattivarci moto solo alle undici; in una delle uscite dal centro della città vecchia troviamo dei calesse che offrono tour della città e su insistente proposta del vecchio ne approfittiamo per fare una visita di Marrakech comodamente seduti sulle poltrone del calesse. Guidati dai 2 cavalli il nostro mezzo (il numero 69…) si destreggia alla grande nei vicoli della città
. Questa escursione ci permette di vedere una zona della città che altrimenti sarebbe rimasta a noi ignota, inoltre veniamo a conoscenza del mercato dell’artigianato: un palazzo aperto al pubblico solo pochi giorni al mese e dove è possibile acquistare ogni prodotto dell’artigianato locale. Finita l’escursione ci godiamo una spremuta d’arance davvero meritata. Pranzo in centro e in albergo per un pisolo. Alle sei del pomeriggio lasciamo in camera il capo spedizione e ci rechiamo ancora nella città vecchia per curiosare un po’ nelle vetrine e tra le bancarelle. Più tardi veniamo raggiunti anche da pizzetto e, come la sera prima ceniamo in uno dei banchetti allestiti nuovamente in un batter d’occhio.
L’ultimo giorno in questa fantastica città ci concediamo un ritorno all’occidente sotto forma di giro turistico su di un pullman in stile londinese…lascia un po’ il tempo che trova, ma ci consente di visitare anche la parte più nuova di Marrakech. Dopo aver mangiato dei panini (che fanno invidia al Boccio, n.d.r) ci dedichiamo alla piscina. Solita serata a Jama’a el-Fnaa e in camera a fare le valige…non vediamo l’ora di sentire l’asfalto rovente scorrere sotto i nostri pneumatici…!!!!
9 agosto 2008
I diversi cambiamenti dall’itinerario originale ci portano ora in direzione di Meknes, città situata a pochi chilometri da Fez. Lasciamo così l’hotel riad Operà alle otto e mezza di mattina, la temperatura è piacevole e la voglia di girare la manetta tanta. Il paesaggio è ancora una volta qualcosa di indescrivibile, costeggiamo per alcuni chilometri la ferrovia, poi un lago di buone dimensioni sulle quali sponde, inspiegabilmente, non c’è segno di vita; alle quattro del pomeriggio giungiamo a Meknes, dopo aver girovagato per circa mezz’ora in cerca dell’hotel finalmente lo troviamo.
Meknes si sviluppa su di una collina ed è interamente chiusa fra le vecchie mura di protezione. Anche qui troviamo una “guida” che per 15 euro ci porta a spasso per la città; vediamo la moschea, il centro della città vecchia, la via degli artigiani (che affilano ancora i coltelli con le vecchie mole a pedale!!) e concludiamo la visita nella piazza della città. Rispetto a quello visto fino ad ora è la città meno bella vista finora, troppo a misura di turista.
Per la cena troviamo un ristorante, dotato di balconata all’aperto, di cui siamo gli unici clienti, ma non ne capiamo il motivo perché il prezzo è ottimo, la cena deliziosa e la vista dell’alto della città lascia senza fiato
. Il sole tramonta solo alle 22 e con lui anche noi andiamo a riposare.
Km 454
10 agosto 2008
9:30: i motori rombano ancora, via alla volta di Asilah. La tappa è breve ed in poche ore raggiungiamo la meta e non abbiamo problemi a trovare un albergo. Questa tappa, da me voluta, ci porta in una piccola cittadina che guarda sull’oceano. Il lungo mare è ben tenuto e pieno di venditori ambulanti di pannocchie bollite e di lumache
. Visita di rito alla città vecchia e, perché no, anche alla città nuova che assomiglia molto ad una città occidentale. Cena leggera, ma piacevole, e birretta.
Asilah non è nulla di che, ma meritava una visita e poi…il tempo c’è.
Km 220
11 agosto 2008
La tappa che ci separa dalla conclusione di quest’avventura è molto breve e allora ne approfittiamo per una visita alle grotte d’Ercole; questa grotta, scavata in una montagna che guarda il mare, è molto grande e l’apertura consente una visione della distesa d’acqua altrimenti impossibile
; inoltre il mare leggermente agitato infrange le onde all’interno della grotta, creando rumore e rendendo lo spettacolo ancora più bello
. Ci rimettiamo in moto e in poco più di venti minuti siamo a Tangeri
; pranzo e poi…bè dopo una piccola discussione decidiamo di affittare una stanza d’albergo dove poter riposare, anche perché la temperatura è elevata ed il traghetto per il ritorno alle 11 di sera!! Verso le 18 andiamo al porto per prendere possesso dei biglietti di ritorno…vengo abbandonato al sole cocente per controllare le moto e, indifferenti dal poliziotto che dirige il traffico a pochi metri da me, diversi ragazzi mi offrono “fumo buono” e diverse varianti. Fatti i biglietti e riempito lo stomaco arriviamo al porto poco prima dell’imbarco…i poliziotti ci controllano con i cani e sembra tutto a posto per partire…ma non è così!!!!!
Evidentemente al nostro ingresso in terra marocchina gli stessi poliziotti che ora ci chiedevano la “carta verde” (una specie di passaporto della moto) si sono scordati di restituircela e senza di essa non si può partire!!! Fortunatamente troviamo un addetto all’imbarco molto disponibile che ci porta in un archivio dove vengono conservati tutti i documenti d’ingresso in Marocco; troviamo il famigerato foglio e corriamo di nuovo all’imbarco, non avremmo mai pensato che fosse così grande questo maledetto porto.
Arrivati alle moto ci imbarchiamo e ci accomodiamo nella nostra cuccetta; il viaggio che ci attende sarà lungo e noioso, ma con le immagini ancora vive nella memoria di questa splendida esperienza già pensiamo alla prossima meta da raggiungere, ovviamente...on the road!!
Km 70