Un viaggio in gruppo questo anche e soprattutto per ragioni "logistiche" e ancor più per le caratteristiche dei Paesi attraversati, Etiopia in particolare. Benché preferisca viaggiare autonomamente soprattutto ora che non ho problemi di "ferie" e quindi di tempo l'esperienza è stata comunque, da questo punto di vista, più che positiva.
Un viaggio che più di ogni altro mi ha toccato profondamente; l'Etiopia in particolare mi ha colpito e rimarrà certamente nel mio cuore. Un Paese dove se da un lato la natura sa offrire ai viaggiatori spettacoli straordinari (Dancalia, Erta Ale, e non solo), dall'altro forse mai come qui è ostile ed avara per chi ci vive (o meglio ha avuto la sfortuna di nascerci). Mi sono sentito a disagio nel vedere gente il cui bisogno vitale è rappresentato dall'acqua e dal procurarsi il cibo per se e per i propri figli. Gran parte di questa gente vive ancora in misere capanne di paglia con poche capre e qualche rara vacca (almeno in Mongolia le capre erano ben nutrite e facevano latte, qui nemmeno quello) e dove il mezzo di locomozione e trasporto più diffusi sono asini e cammelli. Un pugno allo stomaco per chi come noi (io per primo) persegue la cultura dell'effimero e del sostanzialmente "inutile". Nessun senso di colpa sia ben chiaro (non è una colpa essere nati in luoghi più ospitali) ma una riflessione quella sì. Vedere con i propri occhi fa un effetto diverso che farlo attraverso le immagini di un documentario comodamente seduti in poltrona.
Le foto scattate sono ovviamente centinaia, ma quello che ho visto con i miei occhi è molto, molto di più.
Un grazie a Eligio e Simone che mi hanno dato la possibilità di condividere questa straordinaria esperienza.
26 dicembre 2013
Volo Malpensa-Istanbul-Djibouti
Km alla partenza: 54942
27 dicembre
Arrivo a Djibouti alle 6 ca e disbrigo pratiche (visto compreso che non avevamo) abbastanza velocemente. Alle 9 siamo in Hotel dove facciamo colazione. Il pomeriggio lo dedichiamo alla visita del Lago Assan;
gran parte della strada è su fondo sterrato comunque sufficientemente buono.
La bellezza del paesaggio e di questo lago salato posto in una depressione a -154 m vale ampiamente la fatica dopo una notte in aereo pressochè insonne.
Km 221
28 dicembre
Escursione in barca nel golfo di Tadjoura alla ricerca dello squalo balena che in questo periodo è presente numeroso in queste acque. Snorkeling in un'acqua a 27gradi anche se molto ricca di plancton e dunque poco trasparente; avvistiamo più d'uno di questi straordinari animali e uno affianca pigramente la barca mostrandosi in tutta la sua bellezza.
Il pranzo a bordo è eccellente e contribuisce a rendere questa giornata assolutamente piacevole.
29 dicembre
Djibouti-Semera
Percorriamo una strada su asfalto che nel tratto ancora in Djibouti (210 km) è complessivamente buono, ma occorre fare attenzione alla buche che a volte sono vere e proprie voragini ed ai numerosissimi autotreni; questa è del resto l'unica via di accesso alla Etiopia.
Per una decina di km facciamo i conti con una sorta di tempesta di sabbia che limita a pochi metri la visibilità con un vento che complica ulteriormente le cose. In dogana non perdiamo più di un paio d'ore dopodichè ci fermiamo per mangiare qualcosa in una locanda frequentata dai camionisti in transito (zero turisti da queste parti).
La pastasciutta non è affatto male (la colonizzazione italiana qualcosa di buono ha lasciato....) e pare che anche la capra non fosse affatto male.
L'albergo di Semera non è ovviamente lo Sheraton, ma va benissimo cosí.
La gente locale sembra ospitale; i bambini ci salutano felici al nostro passaggio. Eleganti pur nella loro semplicità le Donne nei loro abiti sgargianti
30 dicembre
Semera-Makallè
Siamo in Etiopia e ci vuole davvero poco per capire quanto sia inospitale questa terra pur nella sua bellezza selvaggia.
Lungo la strada che ci porta a Makallè ci fermiamo più volte ed in una di queste abbiamo l'opportunitá di berci un caffè preparatoci nella più tipica tradizione etiope. Fantastico sia il caffè che il contesto.
Ad ogni sosta veniamo letteralmente circondati da ragazzini e non solo incuriositi dalle nostre moto a dal nostro aspetto per loro ancora inusuale.
Raggiungo Makallè che fa quasi buio attraverso un tratto di strada asfaltata sí ma con buche profondissime cui occorre fare attenzione e superando passi oltre 2500m. Km468
31 dicembre
Capodanno sul cratere attivo dell'Erta Ale
Siamo nella regione della tribù degli Afar, etnia potente e fiera che è di fatto padrona di questi territori.
Ci muoviamo con una scorta armata, così come tutti gli altri viaggiatori come noi.
Ci aspettano 3 giorni interi nella regione della Dancalia, territorio tra i più inospitali del pianeta. Il percorso su sterrati molto difficili sconsigliano l'utilizzo delle nostre moto e ci affidiamo pertanto a più adeguati Land Cruiser.
Nel pomeriggio raggiungiamo il luogo di partenza del trekking al vulcano, unica caldera al mondo costantemente attiva da decenni. Lasciamo i nostri 4x4 e ci incamminiamo verso la sommità del vulcano; molti i viaggiatori curiosi come noi di vedere questo prodigio della natura. Ai camelli è affidato il compito di trasportare viveri e materassini (non ci saranno lodge e nemmeno tende). Raggiungiamo la meta dopo tre ore e mezza di cammino. Fatica largamente ricompensata dallo spettacolo che ci aspetta. Il cratere offre nell'oscurità uno spettacolo unico ed allo stesso tempo inquietante; straordinario!
Un capodanno davvero porticolare in uno scenario unico al mondo. I nostri cammelli ci raggiungono giusto in tempo per un "cenone" a base di pane, coppa, formaggio e birra. Non manca lo spumante per il brindisi di rito. Dormiamo sotto le stelle con i bagliori del vulcano a farci compagnia.
1 gennaio 2014
Di buon mattino ci incamminiamo sulla via del ritorno alle ns 4x4 lungo lo stesso sentiero fatto per la salita; impieghiamo meno di tre ore. Colazione e via alla scoperta della Dancalia. Lungo le piste per Dallol incontrimo una carovana di cammelli carichi di sale e diretti a Makallè; sono centinaia! Per coprire una distanza di quasi 200 km impiegheranno 7 lunghi giorni.
Giunti a Dallol scopriamo che il previsto campo tendato è totalmente occupato e dunque non c'è posto per il nostro gruppo. Non ci resta che trovare alternativa sulla sabbia dove stendiamo i nostri sacchi a pelo e trascorriamo la notte sotto uno splendido cielo stellato.
2 gennaio
La meta di oggi è la visita alla depressione della Dancalia.
Qui la natura offre davvero uno spettacolo incredibile e difficile da trasferire se non attraverso le immagini delle tante foto scattate. Restano i colori che sembrano assortiti dalla mano sapiente di un pittore, il diffuso odore di zolfo ed un paesaggio che definire "lunare" può apparire banale o scontato, ma è davvero così
3 gennaio
Lungo la pista che ci riporterà sempre a bordo dei nostri 4x4 a Makallè ci fermiamo in un luogo che mi appare un "girone Dantesco" nel quale decine di uomini sono costretti per potersi guadagnare da vivere a fatiche disumane sotto un sole cocente e senza alcun riparo; la temperatura è vicina ai 40 gradi....e siamo in pieno inverno!
Tagliano il sale con asce rudimentali a pezzi di 15kg ciascuno, caricandoli poi sul dorso di asini e soprattutto cammelli con i quali, in una carovana infinita, condivideranno un viaggio di quasi 200 km per arrivare Makallè. E così da sempre sino a quando, forse, la costruzione di una strada renderà possibile l'utilizzo di mezzi di trasporto su quattro ruote. Fotografare questo scenario è stato per me imbarazzante.
4 gennaio
Makallè-Lalibela km 460
Riprendiamo finalmente le nostre moto.
Giornata faticosa, ma spettacolare. L'ambiente che ci circonda è a tratti di una bellezza sconvolgente che stride però con la miseria della gente che ci vive. Siamo nell' Africa forse più povera e martoriata da guerre sanguinose e pesanti carestie. Non è un caso che moltissimi siano ancora gli uomini che girano con il Kalashnikov a tracolla; fa un certo effetto ma alla fine ci si abitua alla loro vista.
Ogni nostra sosta per un caffè o per i pieno di benzina diventa un momento di festa per l'intero paese.
Siamo letteralmente circondati da ragazzi,bambini, uomini che vogliono conoscerci e scattare qualche foto con noi.
Ne faccio montare in sella qualcuno è la festa è ancora più grande
. Anche le donne sono incuriosite dalla nostra presenza anche se molto più timide e discrete. Alcune di loro sono particolarmente belle nei loro abiti dai coloro sgargianti; pur nella loro povertà hanno un portamento elegante e a volte persino austero
. È un popolo comunque fiero, orgoglioso ed estremamente ospitale, anche se fa un certo effetto notare che gran parte degli uomini giri tranquillamente con il Kalashnikov sulle spalle. Retaggio dei tanti anni di guerre recenti con Eritrea e Somalia con cui i rapporti continuano ad esse tesi.
Nell'attraversare un villaggio siamo costretti a fermarci a bordo strada per via di una manifestazione festosa di centinaia di persone (uomini e donne) che sfilano cantando e ballando in un clima di grande euforia. Non sono riuscito a capire quale fosse la ricorrenza, ma la cosa che ci ha stupito è il fatto che tutti fossero armati del proprio Kalashnikov!
Gli ultimi 50km sono su uno sterrato duro, ma sconnesso, comunque non particolarmente difficile.
5 gennaio
Lalibela
Giornata dedicata alla visita delle chiese ipogee scavate nella roccia e risalenti al XII secolo. Siamo in prossimità del Natale ortodosso e la città è letteralmente invasa da pellegrini che vi giungono dalla regione
. Tra i pochissimi viaggiatori come noi incontro una coppia di miei compaesani che avevano visto la mia moto ed erano incuriositi dalla targa LC appunto. Incredibile in un posto come questo, lontanissimo dalle abituali mete turistiche, trovo una persona cresciuta a poche decine di metri da casa mia!
La giornata si chiude con un tramonto straordinario, come l'Africa sa regalare
.
6 gennaio
Lalibela- Bahr Dahr Km 312
Ripercorriamo a ritroso i 65 km fatti all'andata per tornare al bivio raggiunto il quale svolteremo a ds in direzione Nord verso il lago Tana e la città di Bahar Dahr.
Superato il bivio dove sostiamo per un caffè la strada torna ad essere asfaltata anche se occorre prestare attenzione come ormai d'abitudine alla moltitudine di animali (capre,asini,buoi,ecc) e di persone che ci fanno da cornice lungo tutto il percorso. Il resort situato ai bordi del lago è di uno standard eccezionale.....e in questo caso non ci dispiace affatto
.
7 gennaio
Bahar Dahr - Gonder (2400m) Km 173
In mattinata escursione in barca sul lago Tana con sosta su una delle sue numerose isole per la visita di una chiesa copta ricchissima di dipinti su legno risalente al XVI secolo
.
Il lago è popolato da numerosissimi pellicani posati pigramente sull'acqua piatta dal colore verdastro (la profondità non supera i 15 m) e vederli prendere il volo disturbati dal motore della barca è uno spettacolo
.
Torniamo al resort per il pranzo per poi percorrere i 173 km che ci separano da Gonder.
8 gennaio
Gonder - mattinata dedicata alla visita dei castelli costruiti tra il XVII e il XVIII secolo quando la città era capitale dell'Etiopia nel periodo probabilmente del suo maggior splendore
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9 gennaio
Gonder-Gadaref. Km 350
Più di 5h per sbrigare le pratiche doganali. La frontiera è indicata da una grossa corda che attraversa la strada in un andirivieni caotico di gente; a parte una lunga fila di camion in attesa non vi sono altri mezzi in transito a parte noi
.
Da un primo impatto il Sudan mi sembra in una condizione complessivamente migliore rispetto all’Etiopia e così pure le condizioni di vita della popolazione. A differenza dell’Etiopia dove la religione prevalente e Cristiano Ortodossa, il Sudan è un paese islamico con tutto ciò che ne consegue; il rapporto con noi è tuttavia anche qui estremamente cordiale forse anche per i fatto che occasioni di incontro con viaggiatori come noi sono ancora molto, molto rare
. Le nostre moto poi rappresentano anche qui un grimaldello eccezionale per rimuovere ogni tipo di diffidenza. Raggiungiamo Gadaref, dopo avere attraversato la parte Nord del Dinder National Park, che è ormai buio; l'albergo non è certo tra i migliori da me frequentati, ma ho visto anche di peggio e per una volta va bene così. Cena in tipico "ristorante" locale dove mangiamo un ottimo pollo allo spiedo ed un uovo al tegame. Naturalmente niente posate, qui non si usano ……e poi niente birra, l’alcool da queste parti è assolutamente bandito!!!
10 gennaio
Gadaref-Meroe. Km 643
Risaliamo verso Nord percorrendo una strada asfaltata in buone condizioni anche se la presenza di numerosissimi autotreni richiede estrema attenzione anche per il vento di traverso a tratti davvero intenso
.
Superiamo la Capitale Khartoum senza fermarci (lo faremo al ritorno) per arrivare dopo altri 200 km a Meroe dove ci aspettano le spettacolari piramidi dei Faraoni Neri
. Fatichiamo a trovare il nostro campo tendato poco segnalato e raggiungibile attraverso qualche km di sterrato sabbioso piuttosto insidioso (meglio far scendere l’Ivana)
. Il resort è davvero spettacolare e dalla nostra tenda possiamo già vedere le piramidi in un tramonto da brivido
.
11 gennaio
Meroe-Karima. Km 386
Sveglia all’alba per incamminarci nel tratto di deserto che ci porta alle piramidi che con le prime luci del mattino sono davvero uno spettacolo unico per i nostri occhi e per l’obiettivo della mia reflex. Siamo nella valle del Nilo conosciuta come i regno di Nubia e Meroe è ne stata per circa 6oo anni (dal 300 a.c. a 300 d.c) la capitale
. Queste piramidi rappresentano di fatto il cimitero dei faraoni neri che in quel periodo si sono succeduti. Tutte le tombe di queste piramidi sono state saccheggiate da parte degli archeologhi (tra il XIX e XX secolo) che ne trafugarono i contenuti. Uno di questi, forse quello che più si “distinse” fu l’italiano Giuseppe Ferlini che mandò letteralmente in frantumi le cime di una quarantina di queste piramidi
.
Ciò che resta è tuttavia una importante eredità storica di quel periodo.
Tenendoci sulla destra il Nilo Azzurro lungo una strada asfaltata anche in questo caso in buone condizione raggiungiamo nel pomeriggio il nostro lodge situato alle pendici del Gebel Barkal un monte considerato sacro in quando dimora del Dio Amon venerato dagli Egizi. Lungo la strada e poco prima di arrivare al lodge ci fermiamo alle Piramidi simili a quelle di Meroe anche se dalla forma maggiormente appuntita
.
12 gennaio
Karima-Khartoum km 428
Anche in questo caso sveglia all’alba per godere al meglio la bellezza di questo sito archeologico con i resti i resti del Tempio di Amon illuminati dai primi raggi del sole
. Siamo gli unici visitatori ed anche il piccolo museo adiacente è ancora chiuso
.
Rimontiamo in sella per quella che di fatto è l’ultima tappa di questo viaggio
. La strada è una linea retta che taglia il deserto con pochissimi villaggi nei quali poter sostare o fare rifornimento
. Pochissimo traffico rappresentato soprattutto da autobus che viaggiano a velocità folle cui occorre prestare attenzione
.
Il paesaggio è straordinario con i colori del deserto che cambiano continuamente ed i cammelli che incuranti di noi attraversano tranquillamente la strada. Una giornata in moto davvero speciale
.
Siamo a Khartoum, capitale del Sudan e capolinea del nostro viaggio
.
13 gennaio
Khartoum
Dedichiamo la giornata alla visita della città e soprattutto al “quartiere” di Omdurman con il suo caotico souk arabo brulicante di gente indaffarata nelle proprie attività commerciali
. Rarissimi i viaggiatori incontrati, forse addirittura nessuno
. Non possiamo poi non farci accompagnare sulla strisca di terra che segna il punto di congiunzione tra il Nilo Azzurro proveniente dal lago Tana ed il Nilo Bianco che scende dal Lago Vittoria; da qui in poi un unico grande Nilo sino alla sua foce nel Mediterraneo. Inevitabili anche qui le foto di rito
.
14 gennaio
Karthoum - volo rientro
Km all'arrivo 3.793................e fine di un'altra bellissima ed intensa avventura!