Dopo il Cammino di Santiago e la Via Francigena mi chiedevo quale potesse essere una possibile nuova analoga esperienza, una nuova meta, nuovi sentieri da percorrere zaino in spalla. Qualche ricerca sul web ed eccomi convinto ad optare per il Cammino di Assisi
, poco conosciuto e dunque poco frequentato, ma soprattutto disegnato su un percorso pressoché interamente immerso nei boschi dell’Appennino.
Ma al di la di tutto c’era indubbiamente la volontà di continuare in quel percorso di ricerca mia personale di una motivazione più profonda che potesse dare un senso a questo tipo di esperienze. Camminare su strade che percorse più di otto secoli fa San Francesco, pellegrino lui sì davvero, rappresentava poi una opportunità ed una ragione in più.
Dodici giorni intensi e circa 300km di cammino da Dovadola
(Appennino Romagnolo) ad Assisi
superando dislivelli anche piuttosto impegnativi; la fatica è stata sempre e comunque ricompensata dalla bellezza dei luoghi attraversati e dalla generosa ospitalità delle situazioni che trovavo per la notte (Silvia, Leonardo, Martina, Don Francesco, ecc).
Non ho un tenuto diario delle mie due settimane lungo il Cammino di Assisi, ma la magia di alcuni luoghi o situazioni mi ha regalato anche in questa esperienza emozioni davvero forti e per certi aspetti irripetibili. Mi basta ciò che i miei occhi hanno potuto ammirare e i ricordi che anche in questo caso rimarranno indelebili nella mia mente. Luoghi di forte richiamo spirituale come l’Eremo di Montepaolo, quello di Camaldoli
, Il Monte Sacro di La Verna
, il bellissimo Eremo di Montecasale
e poi SanSepolcro, Città di Castello
, Gubbio
ed infine Assisi
, non possono lascare indifferente nemmeno il più agnostico dei “pellegrini”.
La magia del camminare in solitudine sui sentieri del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi
non ha prezzo così come non ha prezzo incrociare lo sguardo di un bellissimo capriolo immobile a poche decine di metri da me
; istanti che mi sono sembrati una eternità. Poco importa la fatica di salire sino oltre i 1500m del Poggio Scali
in una giornata di pioggia a tratti anche molto intensa; se pensiamo ai Pellegrini di un tempo il nostro cammino è poco più che una passeggiata dove gli inconvenienti possono essere al massimo riconducibili a qualche vescica e poco altro!
Anche questa volta sono partito da solo, lasciando che il caso potesse fare incrociare il mio cammino con quello di altri pellegrini (pochi in tutto per la verità soprattutto nella prima parte). L’incontro con Matteo, un frate cappuccino, anch’egli in cammino verso Assisi è stato un regalo importante di questa esperienza; uno di quegli incontri che ti arricchiscono a prescindere. Poi i dubbi rimangono e dunque il mio “cammino” continua, ma poter riflettere, confrontarsi ed approfondire esperienze e ragioni di vita così diverse è stato utile.
E poi Jacopo, Alice, Claudio, e ancora pellegrini rimasti sconosciuti (tedeschi, danesi, belgi, ecc.) e con i quali c’è stata solo l’occasione di un saluto, poche parole oppure condividere con loro una messa
celebrata da Fra Matteo nella chiesetta del piccolo borgo di Cornioli
….con una preghiera anche per un amico, certamente meno fortunato di chi scrive, che sta attraversando un momento difficile della propria vita. Grazie Matteo!
Le immagini che seguono non possono certamente trasmettere i suoni, le voci, i profumi, i silenzi dei luoghi rappresentati, ma una seppur piccola emozione vissuta nel momento in cui le ho scattate, forse quella sì.