Anche quest’anno, ed è il quarto ormai, non voglio privarmi dell’esperienza di un “cammino” confortato dal fatto che le esperienze precedenti hanno rappresentato per me qualcosa di speciale e di particolarmente gratificante. Non sono tra i tanti che ripetono le vie di Santiago di Compostela, magari su percorsi diversi (ce ne sono parecchi ormai) ma tutti con la medesima destinazione finale. Per quanto mi riguarda quella è stata una esperienza unica e straordinaria e che proprio per questo vorrei rimanesse tale.
Il nostro Paese ci regala poi itinerari di una bellezza tale che non ha pari al mondo; perché dunque non conoscerli e percorrerli zaino in spalla!
Dopo la Via Francigena e il Cammino di Assisi, quello di San Benedetto mi è parsa la scelta più accattivante ed opportuna anche per le caratteristiche di un itinerario che mi avrebbe portato a conoscere borghi che mai avrei raggiunto in modo diverso se non arrivandoci con le mie stesse gambe e come sempre da solo con il mio zaino sulle spalle.
E mai scelta si è dimostrata più felice!!!
Norcia, da cui il Cammino prende avvio, è un’incantevole cittadina ai piedi dei monti Sibillini, e continua ad esserlo nonostante porti ancora drammaticamente i segni del terribile terremoto che ne 2016 danneggiò pesantemente il bellissimo centro storico. Fa tanta tristezza entrare in Piazza S.Benedetto e vedere ciò che rimane della splendida basilica gotica con la sola facciata rimasta miracolosamente in piedi
.
Ci arrivo in moto (che rimarrà qui sino al mio ritorno da Cassino) e mi fermo per la notte all’accogliente ostello “il Capisterium”; non ci sono altri pellegrini in partenza e la cosa tutto sommato non mi dispiace affatto
.
Seguo l’itinerario descritto da “Terre di mezzo” anche se il mio intento è quello di accorpare almeno un paio di tappe ed arrivare alla meta in 14 giorni.
Cammino immerso in una natura perfetta resa ancora più rigogliosa dalle piogge intense dei giorni precedenti superando Cascia
e sostando per la mia prima notte sul cammino all’agriturismo di Colle del Capitano
. Sono l’unico ospite e ceno con la famiglia dei gestori con la SIg.a Piera che mi racconta della famosa biga romana del VI sec. a.C. ritrovata da queste parti nel 1903 ed ora esposta al Metropolitan Museum di NY.
Nei giorni successivi supero Monteleone di Spoleto
e Leonessa
(primo Comune Laziale) e, sempre nel territorio dei monti Reatini attraverso boschi di faggio e paesaggi mozzafiato sosto a Boggio Bustone importante luogo Francescano nonché paese natale di Lucio Battisti dove alloggio all’Ostello della locanda Francescana dal simpatico Feliciano. Giornata questa particolarmente impegnativa con la salita ai 1510 mt (punto più alto del cammino) dove è posato il cippo di confine n.454 che delimitava il confine tra il Regno delle Due Sicilie ed il Regno della Chiesa
. Incantevole, nonostante la fatica per raggiungerlo, il piccolo borgo medievale di Cantalice che merita assolutamente un deviazione.
Bellissima anche Rieti
, città papale, con il suo animato centro storico lasciata la quale cammino fiancheggiando per lunghi tratti il lago di Turano
; sono in perfetta solitudine ed a farmi compagnia non c’è altro che i cinguettio degli uccelli ed il respiro del fiume mi scorre a fianco. Piacevolissima la sosta nel bellissimo borgo di Rocca Sinibalda
dove per la notte dormo alla Locanda del Convento dal simpatico Sig. Vittorio
proseguendo l’indomani per Castel di Tora
che si raggiunge costeggiando per una decina di km il bacino artificiale del Turano. Dall’ accogliente agriturismo La Posta (sig. Paola)
si ha una vista spettacolare sul lago e dopo cena non c’è modo migliore per chiudere la giornata gustandomi un sigaro portato da casa giusto per occasioni come queste.
Sono tra i monti Lucretili e dopo Pozzaglia Sabina arrivo ad Orvinio
che, con il suo imponente castello è annoverato tra i borghi più belli d’Italia anche se tutti, ma proprio tutti questi borghi, sono davvero qualcosa di unico e speciale. Speciali sono anche Simonetta e Maurizio, la coppia che mi ospita per la notte!
Cammino lungo la Valle dell’Aniene sino a Subiaco [24}
dove assisto alla pittoresca e sentita processione del "Corpus Domini"
con tutte le confraternite nei loro costumi tradizionali. Cammino in completa solitudine costeggiando il fiume Aniene sino a Trevi nel Lazio (commovente l’ospitalità di Luisa e Daniele)
, un incantevole borgo ai piedi del monti Simbruini per proseguire verso i monti Ernici, tra boschi pregevoli che fanno da cornice ai pittoreschi paesini medievali di Vico nel Lazio
, Collepardo e la bellissima Certosa di Trisulti
. Il tratto che da Trevi sale tra i monti Simbruini è un antico sentiero che ripercorre una antica via di comunicazione che scollina laddove è tuttora splendidamente in piedi un arco di epoca romana l'Arco di Trevi appunto
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A Casamari mi fermo per la notte all’interno della splendida Abbazia gotica
, ospite dei frati cistercensi, una dozzina quelli ancora presenti. L’abate priore ci accompagna all’interno della struttura raccontandocene la storia con una passione contagiosa.
Attraversata la valle del Liri e superata Arpino
cammino lungo una strada asfaltata, ma preclusa al traffico, che scorre tra le magnifiche gole del fiume Melfa
, luogo di solitudine e bellezza che proprio per questo fu sede di diversi eremiti del tempo.
Poco prima di raggiungere Roccasecca mi raggiungono Tommaso e Angelo, due simpatici “amici del cammino” che mi offrono acqua e thè freddo mai così apprezzati come in una giornata come questa, faticosa e sotto un sole cocente.
Prima di cena Angelo ci fa da guida e cicerone attraverso questo borgo la cui importanza è legata al fatto che qui nascesse S. Tommaso d’Aquino
.
Da qualche giorno condivido tratti di cammino con tre simpatici “pellegrini” Milanesi miei coetanei e dunque giovanotti pure loro, ed è con questi che raggiungo l’Abbazia di Montecassino, meta finale del Cammino di San Benedetto
. L’imponenza di questa luogo è pari alla sua “freddezza”, almeno questa è stata la mia impressione
; certo, qui sono sepolte le spoglie del Santo, ma l’atmosfera che si respira non mi ha trasmesso le stesse emozioni provate entrando in Piazza S.Pietro a conclusione della mia Via Francigena o nemmeno alla Basilica di S.Francesco meta finale del mio Cammino di Assisi.
Al di là di questa mia del tutto personale considerazione, questa esperienza lungo il luoghi di San Benedetto è stata davvero bella e gratiificante sia dal punto di vista fisico, che ambientale e perché no spirituale, quale che sia la motivazione che vi si voglia attribuire.
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