Questo 2020 passerà alla storia come l’anno del Coronavirus (Covid-19) che ha visto il nostro paese tra i più colpiti nel mondo e la mia Lombardia in maniera particolare. Non mi unisco al popolo di virologi improvvisati che alimentano il dibattito sui social o in tv e nemmeno a chi sposa tesi complottistiche di vario genere piuttosto diffuse di questi tempi. Come i più ritengo che la cosa migliore possa essere quella di adottare quelle misure basilari e di buonsenso alle quali ci dovremo ragionevolmente abituare. I due mesi di lockdown rimarranno impressi nella mia memoria per il silenzio assordante di quei due mesi, un silenzio rotto solo dalle sirene delle ambulanze e ancor più dalle notizie che quotidianamente ricevevo via whatsapp di conoscenti ricoverati e di chi tra loro non ce l’aveva fatta. Io stesso ne sono stato colpito seppur da poco più che asintomatico (perdita del gusto, brividi di freddo e fiatone anche se per banalissimi sforzi) e solo la negatività dei due tamponi negativi successivi ad un primo positivo ha poi rimesso a posto le cose.
In pieno lockdown c’era chi sosteneva che gli effetti della pandemia potessero in qualche misura modificare i nostri comportamenti una volta usciti dalla sua fase più acuta e questo per la improvvisa presa di coscienza di quanto la nostra vita potesse cambiare drasticamente in maniera improvvisa e senza preavviso alcuno. Restano impressi i filamati del mezzi militari carichi di bare dirette alla cremazione, morti nella solitudine di un ospedale senza una carezza e l’ultimo saluto di una persona cara.
Se c’è una immagine che rimarrà nella storia di quei giorni, quella è il volto di Papa Francesco, solo in una piazza S.Pietro deserta e bagnata dalla pioggia
. Il suo volto sofferente ad implorare l’aiuto di quella croce affinchè tutto questo finisca….una invocazione alla Divina Provvidenza di Manzoniana memoria tanto cara ai miei, ai nostri vecchi. Che tristezza le critiche a Francesco!. Ho attraversato Paesi tra i più poveri al mondo, in Africa, Asia Centrale e non solo, popoli il cui il rapporto con la morte fa parte del vivere quotidiano e dove l’effimero, il superfluo sono cancellati dalla necessità di sopravvivere. L’Occidente non ha queste conoscenze, le ha rimosse e dimenticate e anche su questo dovremmo riflettere…ma temo che la nostra scarsa memoria, passata la buriana, avrà ancora il sopravvento. Ne è la conferma il comportamento di chi dalla pandemia ha saputo trarne occasione di profitto speculando sul commercio di mascherine e quant’altro o ancora accedendo (lecitamente) a forme di sostegno economico quand’anche non ne avessero minimamente bisogno, tutt’altro. Miserabili cialtroni.
L’impossibilità tuttavia di potersi muovere liberamente tra i Paesi europei per un certo tempo e tuttora per buona parte del mondo, ha fatto sì che ci si potesse riappropriare del nostro territorio apprezzando quello che resta il più straordinario Paese al mondo! Ho viaggiato sulle strade dei 5 continenti apprezzandone le bellezze in molti casi davvero straordinarie, ma nessuna delle meraviglie che ho avuto la fortuna di ammirare eguaglia ciò che la nostra Italia esprime in termini di storia, cultura, tradizione e una varietà di bellezze naturali ineguagliabili.
Mai vista così tanta gente camminare lungo i sentieri delle nostre montagne, sulle ciclabili con ogni mezzo possibile, sulle rive del lago a godersi del sole estivo senza rinunciare ad un bagno rinfrescante nelle sue acque forse mai così limpide.
Covid-19 ha fatto ovviamente sì che anche i miei programmi di viaggio per il 2020 fossero rimandati a tempi migliori, limitandomi a riscoprire angoli del nostro Paese sconosciuti o ripercorrere strade di cui conservavo piacevolissimi ricordi. Ovviamente in sella alla mia moto, da solo, con Ivana, o in compagnia di amici. E qui devo aggiungere che il mio “datato” parco moto si arricchito di un nuovo mezzo: una Guzzi tt85 nuova fiammante! E sì, perché come da tempo insisteva mio figlio Matteo, un motociclista come me che vive a pochi passi da Mandello del Lario non poteva non avere mai posseduto una Guzzi!. Contentissimo di questa scelta dettata anche dal fatto che l’inseparabile GS abbia abbondantemente superato i 150.000km così come la “Regina” (Africa twin RD03 del 1988) compagne entrambi di avventure straordinarie e delle quali non mi libererò comunque.
Gavia-Stelvio (al seguito di Matteo….lui in bici)-Forcola- Foscagno
Castelluccio da Norcia tra gli amici di Moto-Miti & Mete per proseguire lungo bellissime strade secondarie attraverso il parco Nazionale dei Monti Sibillini sino all’Adriatico
Colle Fauniera, Colle della Maddalena, Colle de la Bonette, Col de la Lombarde e Lago Serre Poncon con Maurizio, Franco, Nadia, Rosario, Stefano e Luigi, compagni di viaggio di passate avventure con i quali immaginarne di nuove.
Piccolo San Bernardo, Iseran, Moncenisio, Susa e gli sterrati del Colle delle Finestre e della Assietta
Poi con Ivana e l’inossidabile GS passando per: Poggibonsi, Colline del Chianti, Scansano, Montalcinello, San Galgano, Roma, Orvieto, Civita di Bagnoregio, Spello, Passo dei Mandrioli, Camaldoli, Passo della Consuma, Firenze.