5 ott –Olginate Genova
6-7/ott navigazione –
Molti motociclisti all’imbarco tra i quali, del tutto casualmente, l’amico Enrico Zanti in viaggio verso il Ghana con Giuliano. Facciamo conoscenza con Genny e Franco una simpaticissima coppia di Rovereto diretti in Marocco. La noiosissima navigazione già sperimentata in passato trascorre comunque piacevolmente tra partite a burraco con Ivana e chiacchierate con i nuovi amici.
7 ott. – effettuate velocemente le operazioni di sbarco e di dogana ci dirigiamo verso la prima meta del nostro viaggio. Lo facciamo in compagnia di Enrico e Giuliano che hanno deciso di alloggiare nello stesso nostro albergo a Moulay Bousselham il Kabano Beach
che si rivela un’ottima scelta. Bellissimo il villaggio affacciato sull’oceano con una lunghissima spiaggia e ottima la cucina a base ovviamente di pesce.
8 ott. – ricca colazione inclusa nel prezzo e via in direzione di Casablanca; lo facciamo optando per la veloce autostrada anche per consentirci di visitare questa città che Ivana, al contrario di me, non conosce. Visita con spuntino al caratteristico mercato del pesce, alla animatissima Medina per concludere poi tra i colori, annebbiati, del tramonto con la visita alla splendida Moshea di Hassan II affacciata sull’oceano
.
9 ott. – Casablanca-Essaouira –
Colazione e partenza in un traffico cittadino già sostenuto ma tutto sommato l’uscita da questa metropoli (7 mil di abitanti) non è affatto difficoltosa (…benedetto TomTom). I primi 100 km di autostrada sono caratterizzati da una nebbiolina a tratti piuttosto fitta…neanche fossimo in Val Padana
; poi il sole fa capolino e tutto torna normale con temperatura che comunque non supera i 32°. Arriviamo ad Essauira nel primo pomeriggio e alloggiamo al Riad Zahara che si rivela un’ottima scelta sia per la location (appena fuori le mura con parcheggio per la moto) che per il suo curatissimo ristorante. È ormai la terza volta che ritorno in questo luogo incantevole che non delude mai. Ivana è disperata per via del suo I.Phone il cui display si è improvvisamente oscurato; per la verità dava già da qualche giorno segnali preoccupanti, ma ora è irrimediabilmente ko. Tranquillizzo Ivana fiducioso di trovare nella Medina qualcuno che possa sostituire il display. Nonostante la poca fiducia di Ivana troviamo un negozietto dove il ragazzo ci assicura che tempo un’ora avrà sistemato lo smartphone. Ce la caviamo con 90€ per sostituzione del display originale Apple. Cena, sigaro e partitella a burraco con Ivana che mi serve come accade spesso una sonora bastonata.
10 ott. – Essaouira-Tiznit
– ripercorro strade già attraversate, ma il tratto da Agadir (che anche in questa occasione evito accuratamente di sostare) a Tiznit che per lunghi tratti costeggia l’oceano si conferma fantastico e l’”Aquila” (la mia Moto Guzzi tt85) sembra apprezzare appieno. Alloggiamo al Riad le Lieu
, un gioiellino nonostante la camera piccola dove il caldo umido di qui si fa parecchio sentire. Un giro per la qasba, un the seduti al tavolino di uno dei tanti bar tipici locali, due foto alla Fontana Blu
e cena tipica al nostro riad.
11 ott. – Tiznit-Tarfaya - Una piacevolissima giornata in sella alla mia “Aquila” su strade che ricordavo avendole percorse nel 2019 in direzione Sud con Maurizio Limonta e al ritorno da solo per via del guasto alla sua moto ferma a Nouakchott. Superiamo Tan Tan
e sosta spuntino con un piatto di ottimi calamari ad Akhfennir….peccato che risaliti in sella ci becchiamo 150dhr (14€)di multa per eccesso di velocità rilevata da autovelox a 67kmh con limite a 60. Va peggio ad un paio di motociclisti spagnoli costretti a pagare il doppio. In serata ci raggiungono all’Hotel Tarfaya dove alloggiamo Enrico e Giuliano. Cena e a nanna, pronti per riprendere la strada verso Sud l’indomani.
12 ott. – Tarfaya-Dakhla -oggi tappone di oltre 600km….troppi per nonno Gigi! Strada già percorsa quattro anni fa, l’unica che conduce alla frontiera Mauritana. Partiamo con Enrico e Giuliano che ci seguono fino a El Aiún dove ci fermiamo per un caffè prima di dividerci; abbiamo tempi diversi essendo loro con mezzi meno ingombranti e quindi meno veloci. Ci troveremo in serata alla nostra meta di oggi: Dakhla. I primi 80/100 km sono ancora caratterizzati da una temperatura fresca e umida, ma almeno senza la nebbia di ieri; poi il sole si alza e il caldo si fa ovviamente sentire. Rispetto al 2019 la carreggiata è molto più scorrevole ed a tratti anche a 4 corsie; certamente per lunghi tratti noiosa, ma quando hai il deserto da un lato e l’Atlantico dall’altro possiamo godere di paesaggi magnifici
. Come allora non mancano i continui controlli di polizia ad uno dei quali anziché fermarmi al cartello “alt” lo faccio 20m più avanti….con il risultato di vedermi comminare una seconda multa dopo quella di ieri di altri 150dhr. Arriviamo a Dakhla che sono ormai le 18 e alloggiamo in un più che dignitoso hotel fronte mare, adiacente a quello dove soggiornai nel 2019. Ottima cena a base ovviamente di pesce per concludere degnamente e meritatamente la faticosa giornata.
13 ott. – Dakhla-Bin Gandouz – Giornata relativamente tranquilla con meno di 300km, superando il tropico del cancro
, per arrivare all’ultimo villaggio prima del border. Lungo la strada, in ottimo stato ma ovviamente priva di una sola curva, in autotreno in panne bloccava l’intera carreggiata obbligandomi ad una difficoltosa escursione sulla sabbia dove il Guzzi non è esattamente a proprio agio. Per lunghi tratto abbiamo ancora l’Atlantico alla ns. dx. Alloggiamo all’Hotel Barbas che conosco già bene essendomi fermato qui sia all’andata che al ritorno nel 2019 dal mio viaggio in Mauritania con Maurizio (con lui solo all’andata per via del guasto alla frizione della sua moto che lo costrinse a fermarsi a Nouakchott. Il “Barbas Hotel” è una sosta obbligata per i viaggiatori diretti a Sud, una sistemazione più che dignitosa dove incontrare viaggiatori d’ogni tipo provenienti un po' da tutto il mondo.
14 ott. – Bir Gandouz-Nouadhibou (Mauritania) – Lasciamo Barbas Hotel prima delle 8 per poter essere al border che dista una settantina di km prima possibile considerando comunque che non apre prima delle 9. Veloci le pratiche di uscita dal Marocco e più complicate quelle di entrata in Mauritania che superiamo comunque non prima delle 12.30 senza avvalerci di nessun “facilitatore” a pagamento. Di positivo il fatto che 3 km nella “terra di nessuno” sono in buona parte asfaltati….nulla a che vedere con quello che io e Maurizio Limonta avevamo visto 4 anni prima. Certo non più lo stesso fascino spettrale di allora…..ma anche molto meno difficoltò nell’attraversarlo. Alloggiamo in ottimo hotel che dista poche centinaia di metri dal porto che raggiungiamo dopo una doccia e strameritato riposino. Memore dell’esperienza passato chiedo in gendarmeria il permesso di poter fotografare che viene rilasciato dall’Ufficio del Turismo locale che oggi è chiuso. Niente foto dunque onde evitare le lunghe spiegazioni con relative scuse ai poliziotti che mi fermarono quattro anni orsono cavandomela per altro con un severo rimprovero verbale. Al porto veniamo avvicinati da Etman, un signore molto educato ed elegante nel suo abito tradizionale color azzurro che si propone di accompagnarci al mercato del pesce situato all’interno del porto. Con Enrico e Giuliano accettiamo la proposta di acquistare del pescato a nostra scelta che verrà cucinato a casa sua dove desidera ospitarci. È una famiglia benestante e lo si deduce chiaramente da come è sistemata la casa dove risiede anche il figlio di Etman con moglie e tre pargoli. Nonostante qualche perplessità la scelta si rivela indovinata. Mangiamo ottimamente e ce la caviamo con meno di 9 € a testa incluso anche il taxi utilizzato per arrivarci dal porto e tornare in hotel.
15 ott. – Nouadhibou-Nouakhott – 480km che conosco già bene solo che a differenza di 4 anni fa più o meno a metà strada è sorto un villaggio dove ci sono ben tre stazioni di servizio ove poter fare il pieno evitando a differenza di allora il ricorso a taniche di riserva. Una linea retta di asfalto complessivamente in ottimo stato che scorre in mezzo al deserto con temperatura sempre oltre i 40°. Indispensabile rifornirsi di acqua che comunque si trova lungo la strada. Viaggiamo sempre in compagnia di Enrico e Giuliano anche se con tempi diversi tendendo loro una velocità attorno ai 90kmh mentre con il mio Guzzi viaggio a 110/120. Arrivati all’agognato ingresso di Nouakhott
dopo numerosi stop della polizia cui consegnare le famigerate “fiches” (conoscevo la cosa e me ne ero preparate a sufficienza) troviamo ad attenderci Dahi Khourou
, la guida che avevo contattato dall’Italia (ha una moglie Italiana e parla abbastanza bene la nostra lingua) e che ci accompagnerà nel nostro tour di 5 gg nel deserto Mauritano. Alla fine, dopo una lunga riflessione anche Enrico e Giuliano condivideranno questa esperienza con noi, rinunciando all’idea di farlo in sella alle loro moto.
16/17/18/19/20 ott – 5 giorni (4 notti) nella regione dell’Adrar
. Certo non una “escursione” rilassante dal punto di vista fisico per via dei tanti km in fuoristrada ondeggiando sulla sabbia o saltellando su pietraie sconnesse, ma ne è valsa pienamente la pena e i soldi investiti. Niente alberghi (solo case private comunque accoglienti), poca acqua per sciacquarsi e materassi improvvisati su cui dormire la notte, ma questo ha fatto sì che potessimo calarci nel migliore dei modi in questa incredibile realtà. Dormire ai piedi delle dune di Azoueiga, considerate tra le più belle del Sahara stesi in una zanzariera adeguata a tenda con lo sguardo ad un cielo stellato che solo il deserto può regalare dopo un tajine di verdure davanti al fuoco e sigaro di rito……cos’altro di più!
L’oasi di Tergit
dove tuffarsi in una pozza d’acqua cristallina per chiudere poi la giornata a Chinguetti quella che un tempo era un centro di passaggio carovaniero importantissimo dove arrivavano a transitare più di trentamila cammelli in un solo giorno
. Ora l’antica Chinguetti è totalmente sepolta dalla sabbia così come le sue trenta moschee e dodici biblioteche; la Chinguetti attuale non è certo più quella, ma visitare una piccola biblioteca e soffermarci a parlare con il custode che ne racconta la storia è stato comune interessantissimo
. Dormiamo a casa del fratello di Dahi la cui famiglia si adopera al meglio per noi. Terza notte all’oasi di Tanouchert un luogo magico tra le dune del Sahara; dormiamo in una sorta di campo tendato essenziale ma accogliente e la sera, dopo una spaghettata aglio e olio preparata i da Sidi Mohameth e Oman (i due autisti dei pik-up) veniamo allietati da una famiglia che suona e canta una bellissima e coinvolgente musica locale. Quarta e ultima notte ad Atar dove risiede anche parte della famiglia di Dahi che ci fa conoscere la mamma, una sorella e i due piccoli figli di Dahi. Ceniamo ad uno “street food” e per la notte una buona casa privata. L’indomani copriamo velocemente i 350 km di buona strada che ci riportano a Nouakhott. Una veloce rinfrescatina e via all’animatissimo mercato dei cammelli, il più importante ovviamente della Mauritania dove quotidianamente dalla mattina alla sera no stop avvengono le contrattazioni….e gli esemplari in mostra sono migliaia! Oman mi chiede se in Italia vi siano tanti cammelli e alla mia risposta negativa ne rimane esterrefatto! Un salto al porto che già avevo avuto modo di vedere nel 2019 e poi una corsa sulla sabbia con i pick-up prima di goderci un bellissimo tramonto sorseggiandom l’ennesimo the preparatoci da Oman.
21 ott. – Nouakhott-Nouadibou – 480 km che ripercorro per la 4^ volta e che ormai conosco a memoria. Partiamo alle prime luci del giorno per evitare le ore più torride del giorno dopo aver salutato Dahi con la reciproca promessa di rivederci e sono convinto che questo accadrà. Oggi è il compleanno di Ivana ed il minimo è regalarle per la notte il Delphin Hotel, uno dei migliori della città con vista sul porto e un ottimo ristorante.
22 0tt. – Nouadhibou-Bir Gandouz – Lsciata Nouadhibou percorriamo la strada che per lunghi tratti affianca la ferrovia (l'unica della Paese elonga 700km) che collega il porto della città alle miniere di ferro di Zouérat; vediamo il treno e non possiamo che fermarci e scattare qualche foto
. Pochi km in totale oggi (meno di 200) ma con la dogana di mezzo che, come all’andata, ci porta via ben più di 2h; poche le formalità in uscita dalla Mauritania, ma lunghe e laboriose quelle di entrata in Marocco che ricordavo invece più snelle. Il gran caldo poi non aiuta, ma ormai ci ho fatto un po' il callo allo stress da dogana dove bisogna semplicemente mantenere la calma e attendere ad esempio che anche il nostro passaporto infilato sotto la pila di altri prima di o noi venga preso in mano dall’addetto di turno. Superato il border torniamo per la notte al Barbas Hotel di Bir Gandouz
dove ormai mi considero di casa; è un luogo fatiscente e poco manutenuto dove anche la pulizia lascia a desiderare, ma ha il suo inconfondibile e innegabile fascino. Un luogo d’incontro di viaggiatori d’ogni tipo provenienti da tutto il mondo diretti a Sud. Tanti i motociclisti di passaggio con cui condividere esperienze o utili informazioni.
23 ott. – Bir Gandouz-Dakhla – Eravamo incerti se proseguire sino a Boujdour, ma siamo piuttosto stanchi sia io che Ivana e non era il caso di sobbarcarci tanti km in più. Non abbiamo fretta e preferiamo tornare per la notte a Dakhla dove già avevamo sostato all’andata.
24 ott. - Dakhla-El Aajun – oltre 500km tutti con vento a tratti anche molto forte con raffiche violente; di positivo il fatto di averlo sempre contro e non di lato. Pensavamo di fermarci a Boujdour
, ma abbiamo preferito nonostante tutto continuare. La strada è in ottime condizioni con asfalto perfetto e corre in gran parte costeggiando l’oceano; prima che il sole non sia troppo alto il contrasto tra la sabbia del deserto e il blu cobalto del mare è strepitoso. Arriviamo a El Aajun prima delle 17 che ci sistemiamo all’Hotel Sahara Line; ottima sistemazione con buon rapporto qualità prezzo.
25 ott. – El Aajun-Tan Tan- lasciamo El Aajun dopo un’ottima colazione e ripartiamo sempre in direzione Nord per raggiungere Tan Tan la nostra meta di oggi. Non optiamo però per la scorrevolissima N1 e ci dirigiamo verso Foum El-Oued dove imbocchiamo la strada costiera che risale per 100km fino a Tarfaya. È una bellissima carreggiata in ottimo asfalto anche se piuttosto stretta dove incrociamo solamente qualche camion e rarissime auto. Tutto il percorso scorre a poche decine di metri dall’oceano offrendoci panorami incantevoli; anche il vento oggi è piuttosto clemente almeno fino a Tarfaya dove si torna ad imboccare la N1. Tan Tan, dove alloggiamo all’Hotel Sable d’or (30€), non offre nulla di particolarmente interessante; avremmo forse potuto optare per Tam Tam Plage, ma va bene anche così.
26 ott. – Tan Tan-Agadir – Giornata riposante su strada bellissima (tra un paio d’anni si andrà da Tangeri a Dakhla in superstrada….) e soprattutto senza un filo di vento. Agadir non mi ha mai appassionato più di tanto anche nei miei precedenti passaggi da queste parti, ma avendo come prossima meta Ouarzazate è giusto a metà strada e quindi decidiamo di fermarci qui per una notte. Alloggiamo a 4 stelle Oasis Hotel dove mi chiedono 50€, ma che avevo adocchiato ieri sera prima su Booking a 34€. Nessun problema, faccio la prenotazione dallo smartphone con la ragazza della reception che sorride e pago i 34€ davvero pochi per una sistemazione di questo livello affacciata sulla spiaggia. Ottima anche la cena a bouffet a 15€ e meritato sigaro in zona piscina.
27 ott. Agadir-Ouarzazate – Lasciata la turistica e moderna Agadir ci dirigiamo verso Ouarzazate la nostra meta odierna. La prima parte del percorso sino a Tauradant non solo è piuttosto noioso, ma soprattutto caratterizzato da quella nebbiolina intrisa di umidità che ci consiglia di mettere i giubbini antipioggia. Poi la strada inizia a salire e lo scenario cambia radicalmente anche per il sole che torna a scaldarci. Il paesaggio ci offre scorci mozzafiato color ocra intenso e finalmente la strada è anche gioia per la guida grazie a saliscendi e curve spettacolari
. Arriviamo a Ouarzazate dove alloggiamo al Rose Valley Hotel situato all’ingresso della città dove possiamo sistemare la moto all’interno della struttura accanto alla piccola piscina. Per arrivare alla famosissima kasbah di Taourir prendiamo uno dei taxi gialli a tariffa fissa di 10 dirham (meno di 1€); è la quarta volta che torno a Ouarzazate che di certo non è più quella di un tempo, ma conserva comunque un suo fascino.
Giro veloce all’interno del souk dove quattro anni fa, allora ero con Maurizio Limonta, trovai anche un calzolaio che mi ricucì la suola degli stivali da moto miseramente malridotti.
28 ott. Ouarzazate-Zagora – Tappa breve (170km) percorrendo la splendida “strada delle 1000 kasbah” un itinerario che in passato era attraversato dalle carovane che dal Marocco scendevano a Sud verso la Mauritania, il Sudan o il Mali. Salendo lo sguardo si spinge lungo la valle del Todra, il fiume più importante del Marocco il cui corso è ora regolato da una diga situata ad Ouarzazate. La mancanza di neve sui monti dell’Atlante e le piogge sempre meno frequenti fanno sì che il letto del fiume sia in gran parte dell’anno asciutto. Arriviamo a Zagora
sistemandoci allo splendido Kasbah of Peace & Boutique (32€) affacciato sulla Kasbah che si può ammirare dalla terrazza e che al tramonto assume tonalità di colori incredibili. Una passeggiata al suo interno con visita al piccolo museo che racconta momenti di vita quotidiana del popolo berbero. Il centro di Zagora è a 6km e ci andiamo in taxi collettivo per una visita veloce alla città. Cena in hotel a base di zuppa locale e spiedini di pollo.
29/30 ott.Zagora- Merzouga – Alloggiamo allo Kant Erremal, un riad dove ero già stato con il Limonta 4anni fa e che si trova accanto a quello dove eravamo nel 2008 con mio figlio Matteo, io con Ivana in sella al BMW RT1150 e Matteo con il suo GS800; bellissimo anche quel nostro viaggio. Certo Merzouga è molto cambiata da allora, ma il fascino di riposarsi e di godere di tramonti speciali ad un passo dalle dune dell’Erg Chebirr è rimasto intatto. Due giorni di relax assoluto, un bagno in piscina (dall’acqua freddissima) a filo di sabbia, una lunga passeggiata sulle dune e piacevoli partite a riempire la giornata per chiuderla poi con cena a base di ottimo tajin e sigaro di rito. A farci compagnia una splendente luna piena che vediamo sorgere da dietro le dune; cos’altro di più.
31 ott. Merzouga-Midelt – tappa di trasferimento che ci porta dalle dune del Sahara ai monti dell’Atlante e questo si percepisce anche dalla temperatura che diminuisce progressivamente. Superiamo Erfoud dove durante il mio primo Marocco (1977) terminava l’asfalto e iniziavano le piste. Prima di Al-Rashidyya una deviazione porterebbe alle Source bleue di Meski un luogo del quale conservo dolcissimi ricordi; avevo poco più di vent’anni e mai avrei pensato di tornarci a 70. Purtroppo la pochissima pioggia ha di fatto prosciugato quella che era una bellissima piscina naturale inducendomi a non tornarci. Mi Delta non offre granché, due passi nel suk e alla Kasbah di Izoran. Ottimo il Bougafar Hotel dove alloggiamo e dove facciamo conoscenza con due simpatici motociclisti spagnoli.
1 nov. Midel-Meknes – Siamo sulle montagne dell’Atlante e i 2000m di quota si avvertono tutti con temperature poco sopra i 10gradi. Le strade sono come sempre paesaggisticamente belle e con un asfalto che fa invidia a quelle cui sono abituato dalle nostre parti. La rete stradale di questo Paese è complessivamente in rifacimento spesso con doppia carreggiata e asfalto che sembra un biliardo. A Meknes ci sistemiamo allo splendido Riad Golf Stinia con la moto parcheggiata all’ingresso e a due passi dalla città vecchia.
2/3 nov. – Meknes-Chefchaouen – Ultima tappa del nostro viaggio la “città blu” che con Ivana e Matteo nel 2008 non avevamo visitato. Lasciata quella che un tempo fu la capitale del Marocco, raggiungiamo dopo poche decine di km il sito archeologico di Volubilis
, dove l’imperatore Augusto fondò il Regno di Mauritania affidandone il potere alla giovanissima figlia di Cleopatra la Grande e di Antonio. Siamo ai confini più a Ovest dell’Impero Romano e dopo aver avuto la fortuna di visitare Palmyra posso dire di aver raggiunto le sue due estremità a oriente e occidente. Arriviamo a Chefchaouen nel primo pomeriggio e alloggiamo all’economico (70€ due notti) ma più che apprezzabile “Maison d’hôte Bousaid a due passi dalla Medina e con un piccolo garage tutto per la mia Guzzi. Purtroppo il tempo non è dei migliori, pioviggina e fa piuttosto freddo, ma dopo un mese di sole in fondo ci può stare. Chefchaouen in fondo è bella anche così, anzi forse anche di più con meno turisti chiassosi tra le viuzze dove Ivana si diverte a fotografare gli angoli più suggestivi. Ricordavo benissimo questo angolo di Marocco diventato ormai una meta abituale proposta da tutte le agenzie e pazienza se questo ne ha un poco stravolto le caratteristiche di un tempo. Certo “ma qui ci vengono tutti, troppa troppa gente”; beh, come dico spesso se ci vengono così in tanti è perché ne vale la pena….anche a vedere il Colosseo ci vanno in tanti!
4 nov. – Chefchaouen-Tanger Med – Lasciamo la splendida “città blu” finalmente illuminata da un sole splendente e nel pomeriggio raggiungiamo il porto di Tangeri in attesa di salire sul traghetto per Genova in partenza alle 23. Ci aspettano tre notti e due giorni pieni di navigazione, ma abbiamo trovato ad un ottimo prezzo (quello di una normale cabina) una sistemazione in “suite” sicuramente più confortevole e dotata anche di una tv con canali italiani.
7 nov. – Sbarcati alle 8 e via in autostrada……fa un freddo boia a cui non eravamo di certo più abituati; cerchiamo di coprirci al meglio ma non basta. Abbiamo mani congelate e io rimpiango le manopole riscaldate del GS e che non ho voluto montare sul Guzzi. Siamo di nuovo a casa, felici di ritrovare i nostri affetti, ma anche appagati da una esperienza di viaggio fantastica che ha pienamente soddisfatto le nostre aspettative. Ivana è stata come sempre la migliore compagna di viaggio che potessi avere, ma non avevo del resto alcun dubbio….se siamo insieme da 44 anni una ragione ci sarà pure. Che dire poi del Guzzi! Non nascondo che qualche perplessità l’avessi sulla sua affidabilità e adeguatezza ad affrontare un viaggio come questo; dubbi che si sono rivelati completamente ingiustificati! Zero problemi in assoluto. Oltre 7000km e consumo d’olio irrilevante, motore perfetto anche con benzina povera di ottani disponibile in Mauritania. Parliamo di una moto “stradale” come tutte le maxi enduro in circolazione il cui uso su sterrati sassosi, fango o sabbia riguarda pochissimi possessori…poi certo se voglio fare il figo per una foto sulla sabbia ci può stare…con l’asfalto però due metri alle spalle! Grande la mia “aquila” la cui livrea bianco/gialla si adattava perfettamente ai colori di questo angolo di mondo.