TRANSAMAZZONICA
luglio-agosto
DURATA   53 GIORNI
KM PERCORSI   13.000
TAPPE PRINCIPALI   URUGUAY-PARAGUAY-BOLIVIA-PERÚ-BRASILE (AMAZZONIA)

Una avventura immaginata da tempo che finalmente trova concretezza e condivisione con Maurizio, amico e già splendido compagno di altri viaggi in passato.
18 giugno – Volo Malpensa-Montevideo
19-20-21
Montevideo
22/23 giugno
Montevideo-Trinidad-Paranà (Arg) km 200+433
Dopo 3 giorni nella capitale Uruguagia necessari per le sbrigare le formalità doganali delle moto ed effettuare il tagliando e cambio pneumatico posteriore della moto di Maurizio effettuati nell’officina del mitico Willy possiamo finalmente tornare in sella ed iniziare la nostra avventura in terra Sudamericana.
Il tempo non promette nulla di buono e fa anche piuttosto freddo, ma del resto qui è iniziato l’inverno.
Il maltempo che perdura nella regione Brasiliana del Rio Grande del Sud dove ci sono state anche violente inondazioni ci induce a modificare il nostro itinerario che quindi effettueremo in senso orario raggiungendo Manaus (la nostra meta amazzonica) dalla Bolivia e non dal Brasile.
Ci fermiamo per la notte a Trinidad presso dignitoso Inn Flores a 50$ la doppia (i prezzi in Uruguay sono sul livello dell’Italia e anche la benzina non fa eccezione, anzi…2€ lt). Per cena cuciniamo degli ottimi spaghetti al ragù grazie alla maestria dello chef Limonta.
Il mattino riprendiamo la strada con la stessa pioggerella del giorno prima, senza però la nebbia che ci ha accompagnato ieri. Strade sempre in ottimo stato, ma senza l’ombra di una curva….e con il mio Voge non supero volutamente i 100 km/h per la gioia di Maurizio che potrebbe tranquillamente spingere oltre. Facciamo dogana a Paysandu sbrigando il tutto in meno di mezz’ora. Siamo in Argentina!
Per la notte ci fermiamo a Paranà nell’accogliente ed economico Hotel Posta del Sol.
24 giugno
Paranà-Resistencia km 554
Colazione più che dignitosa e di nuovo in strada…..tempo buono, ma quando saliamo in moto ci sono 6gradi…freddino, ma l’equipaggiamento è ok e non ci sono problemi. Strade anche oggi in buono stato ma noiosamente dritte, dislivello zero e poi prati, ancora prati e vacche al pascolo. Alloggiamo al Colon Hotel economico ed accogliente, con un ristorante più che accettabile e un garage/magazzino dove lasciare le nostre moto.
25giugno
Resistencia-Asuncion km 308
PARAGUAY
Cielo grigio anche oggi che non promette nulla di buono, ma almeno la temperatura (+14)
è più che accettabile rispetto a ieri; nulla di diverso invece per quanto riguarda la strada ed il paesaggio. Ad un trentina di km dal border, incrociamo ai bordi della carreggiata un motociclista paraguayano in panne; ci fermiamo e cerchiamo di capire come aiutarlo. È certamente un problema di alimentazione non dovuto però alla qualità del carburante come sostiene il ragazzo; non possiamo aiutarlo purtroppo come avremmo voluto e lo abbandoniamo al proprio destino. Il border di Clorinda tra Argentina e Paraguay è quantomeno curioso dal momento che il confine è determinato dal fiume Paraguay. La frontiera di uscita dall’Argentina è sul lato est dove sbrigate le formalità si sale su di una chiatta che in ca 15m ci porta sul lato opposto e quindi in Paraguay dove le formalità di ingresso sono velocissime.
Troviamo alloggio al Das Heim Hostel…..60€ due notti in camera singola con colazione e cena, ma la location è tutto un programma. Siamo involontariamente capitati in un albergo gestito da Anabattisti Mannoniti una comunità religiosa (o meglio una setta) della quale non ne avevamo alcuna conoscenza. Niente alcolici, niente fumo, silenzio assoluto, cena a buffet in una sorta di refettorio ed ospiti che mettono tristezza solo a vederli….e tra l’altro non salutano nemmeno. Nessun problema, ci adeguiamo e va bene così.
26 giugno
ASUNCION
Una giornata di relax camminando per la città che comunque non offre granchè. La nostra attenzione agli usi e alle abitudini locali ha fatto sì che oggi ci concentrassimo sul piatto tipico locale. Trattasi della “sopa paraguaya” che con nostra sorpresa non trattavasi di una zuppa bensì di una sorta di torta salata piuttosto stopposa a base di mais, cipolla, uova, formaggio e grasso di maiale. L’abbiamo consumata su sgabelli al banco di un locale frequentato da avventori locali10]. Ultima ora: apprendiamo che in Bolivia è in atto un tentativo di colpo di stato che potrebbe indurci a modificare il nostro itinerario; valuteremo domattina il da farsi sulla base di informazioni più aggiornate
27 giugno
Asuncion-Filadelfia. Km 465
Lasciamo questo “strano” Das Heim Hostel dopo aver appreso che la situazione in Bolivia sembrerebbe essersi normalizzata e quindi teniamo fede al nostro programma. Uscendo dalla città veniamo affiancati da una moto della polizia che ci “invita” a seguirli. Ci contestano di aver superato un incrocio con il semaforo rosso….e hanno ragione, del resto uno dei due ha il filmato sullo smartphone. Al comando di polizia inizia la solita tiritera che pensiamo possa risolversi con un accordo sull’entità della contravvenzione. Ci sbagliamo, nel senso che dopo i rimproveri di rito con ci chiedono una lira!
La strada anche oggi è un rettilineo su ottimo asfalto con i soliti pascoli verdissimi che testimoniano le piogge che da queste parti non sono mancate. Alloggiamo all’Hotel Golondrina 18€ la camera singola con bagno e colazione, parcheggio interno e ristorante a disposizione dei pochi ospiti.
28 giugno
Filadelfia-Villamontes (Bolivia) km 436
300 km di strada anche oggi piuttosto noiosa fatta eccezione per i primi 25km di sterrato per uscire dalla città e ricongiungerci con la 11 che ci porterà alla dogana con la Bolivia. La modernissima struttura doganale è congiunta Paraguay/Bolivia e questo semplifica notevolmente il disbrigo delle solite incombenze; gentilissima in particolare l’addetta boliviana. Avremmo fatto tutto in meno di mezz’ora se non fosse che l’addetto Paraguagio si è assentato un’ora per la sua pausa pranzo. Altro 130km e siamo a Villamonteds dove alloggiamo all’Eco Hotel Gota del Chaco che si rivela un’ottima ed economica scelta. Quattro passi o in centro per prelievo all’ATM e visita al mercato campesinos giusto per entrare nel clima di questo Paese. Cena al “ristorante” adiacente all’hotel a base di pesce locale (paco), manioca, mais e birra locale.
29 giugno
Villamontes-Tarija. Km 222
Come già avevamo previsto in Bolivia esiste un problema relativamente all’approvvigionamento di carburante alle stazioni di servizio. Intanto non tutte sono abilitate a rifornire viaggiatori non Boliviani se non ad un prezzo diverso con rilevazione della targa e a volte del passaporto. I locali pagano 0,40€ lt a questo prezzo ci è capitato di fare il pieno anche noi che comunque non abbiamo mai speso più di 1€lt. Siamo comunque attrezzati con capienti taniche di riserva. Stiamo salendo di altitudine e la qualità delle strade cambia radicalmente; a tratti di ottimo asfalto con curve da divertirsi si alternano tratti che richiedono attenzione maggiore. 50 km poi sono stati di sterrato ininterrotto non sempre compatto, con ghiaia e sabbia cui fare attenzione.
Tarija è una città tipicamente coloniale e abbiamo tutto il tempo per fare quattro passi tra le sue animatissime vie. Alloggiamo all’hotel Carmen economico e centrale con le moto parcheggiate in un cortile interno.
30 giugno
Tarija-Tupiza km 239
Lasciamo Tarija riprendendo la 1 che abbandoniamo alla Cruce de San Lorenzo dove prendiamo in direzione di Yunchara sempre su ottimo asfalto. La strada scorre su un bellissimo altopiano costantemente attorno ai 3000m di altezza. Raggiungiamo le bellissime lagune di Pasajes attorno alle quali pascolano tranquillamente numerosi simpatici lama. A Yunchera l’asfalto termina e inizia uno sterrato di 60km prima di incrociare la 14 che ci porterà a Tupiza. Saliamo sino a 4060m, ma il sole splendente fa si che la temperatura sia più che accettabile. Lo sterrato è buono e ci da modo di divertirci parecchio e, per quanto mi riguarda è anche l’occasione di mettere a dura prova il mio Voge 300 Rally. Solo nella prima parte occorre prudenza sui tornanti per via della sabbia accumulata, ma niente di particolarmente impegnativo. Raggiungiamo Tupiza e allloggiamo all’Hotel Mitru che si rivela un’ottima scelta. Per la cena ci fidiamo del nostro intuito e scegliamo la Churrasqueria Tupiza frequentata solo da locali e ha l’aspetto di un dopolavoro ferroviario. Ottima scelta anche questa. Giornata da incorniciare.
1 luglio
Tupiza
Giornata sostanzialmente di relax, manutenzione delle moto a parte. Tupiza è una cittadina vivace con architetture tipicamente in stile coloniale. Le vie del centro sono animate e percorrendole a piedi occorre fare attenzione ai tuc-tuc che viaggiano speditamente senza preoccuparsi più di tanto dei pedoni. Qui come del resto anche in Paraguay e Uruguay le vie sono prevalentemente a senso unico di marcia e questo agevola sensibilmente il traffico. Ci fermiamo all’animatissimo mercato centrale che qui è disposto Sun due piani: quello terra un mercato vero e proprio dove si può trovare praticamente di tutto, mente il piano superiore è una sorta di street food al chiuso frequentato solo da locali. La scelta non manca e ci affidiamo alle nostre sensazioni, anche perché le proposte sono le stesse; optiamo per un piatto ovviamente locale a base di uno stufato di carne con pasta e verdure….una sorta di zuppa asciutta. Al tavolo con noi ci sono altri avventori locali del tutto indifferenti alla nostra inconsueta presenza. La sera invece ci fidiamo delle indicazioni Loney Planet e ceniamo all’Alamo cafè bar, un locale in stile USA sia è per arredi e corredi vari che per la musica proposta. Scelta più che azzeccato e che consigliamo.
2 luglio
Tupiza-Uyuni km 204
Oggi dovrebbe essere una tappa tranquilla, pochi km su ottimo asfalto fatta eccezione per un breve tratto di facile sterrato. Pochi km dopo una ceck-point di polizia e il Limonta accosta con la gomma anteriore completamente a terra. Pensavamo ad una foratura mentre in realtà è il toubeless che si è inspiegabilmente stallonato. Fortunatamente abbiamo le leve per tentare di riportare il copertone in sede sperando che una volta gonfiato tenga. Riusciamo nell’intento e attacchiamo il compressorino….fiato sospeso e la lancetta inizia a salire riportando la pressione a 3 bar; spegniamo e attendiamo un po’ incrociando le dita affinché la la lancetta non si muova. Sembra tenere e riprendiamo la marcia, dapprima con cautela affinché Maurizio non sia certo della tenuta; tutto ok e problema risolto. Viaggiamo costantemente anche oggi a 3/4000m immersi in un paesaggio incredibile; godersi le nostre moto così è davvero un privilegio. Non possiamo non fermarci di tanto in tanto per una foto, ma qui la natura è protagonista assoluta. Gruppi di lama al pascolo ci osservano incuriositi per nulla infastiditi dalla nostra presenza.
Ad una trentina di km da Uyuni mi si stacca improvvisamente la leva della frizione….orfana del bullone che la fissa al manubrio. Abbiamo dei bulloni, ma non del diametro che mi servirebbe; breve riflessione e soluzione trovata. Inseriamo nella sede del bullone disperso una brugola assicurata con nastro adesivo e fascetta e si riparte. A Uyuni troviamo una “ferraria completa” dove per pochi spiccioli acquisto bulloni e dadi (qualcuno di scorta….non si sa mai..); risistemo la leva (anche se la brugola andava benissimo) i ci sistemiamo all’hotel Julia in ottima posizione centrale e a 20€ per una camera singola. Fa un freddo boia e soprattutto la sera è davvero pungente; niente di meglio che una zuppa vegetale bollente in un locale adiacente l’hotel. Non ci facciamo mancare nemmeno un piatto di spaghetti al pomodoro e un’ottima bottiglia di vino locale .
3 luglio
Uyuni-Salar-Potosi. Km 281 millenium
Oggi ci aspetta il mitico Salar di Uyuni una distesa di sale di 10.000kmq (la metà della nostra Lombardia). Fra freddino e quando facciamo colazione siamo a -6°. Partiamo che il sole è già abbastanza alto e il termometro segna -2 e i 20km per raggiungere Colchani (ingresso nel salar) sono una sofferenza per le mie mani. Non ci rivolgiamo certo ad una delle tante guide locali anche perché Maurizio era già passato da qui lo scorso anno senza entrare nel salar ancora allagato (asciuga solo nella stagione secca e quindi in inverno) aveva verificato che non c’era nessuna necessità di farlo. Il nostro obiettivo è quello di inoltrarci una decina di km sino a raggiungere il monumento alla Parigi-Dakar che si è corsa qui per diversi anni. Spettacolo incredibile difficile da descrivere con parole e nemmeno attraverso le tante fotografie scattate. Il Limonta si diverte anche con le sue videocamere montate sul suo Tenerè, ma davvero questa meraviglia della natura è qualcosa di indescrivibile. Lungo la strada ci fermiamo al villaggio di Ticatica che in realtà più ad un villaggio vero e proprio è in realtà un mercato locale.
A Potosi alloggiamo all’economico hotel Millenium che dispone di un cortile interno dove possiamo ricoverare le nostre moto.
4 luglio
Potosi-Sucre km 155
Oggi pochi km e quindi ce la prendiamo con calma. Rispetto a Uyuni la temperatura a Potosi è meno rigida e quando lasciamo l’hotel ci sono circa 6 gradi che con il salire del sole salgono presto a 15/18°.
Quando raggiungiamo il villaggio di Villares la strada è bloccata da due giorni con colonne di camion e bus fermi in coda e questo a causa di una protesta dei minatori che chiedono al governo una miglior attenzione ai problemi legati alle loro condizioni di lavoro. In un primo tempo non vogliono far passare neppure noi, ma i buoni uffici del Limonta e la sua empatia riusciamo a convincerli. Strette di mano, abbracci, qualche foto e di nuovo in sella . Lungo la strada ci fermiamo ad un chiosco e più precisamente alla “pescaderiala cabanita de Otuyo” dove una donna sta cucinando alla brace dell’ottimo pacu un pesce locale simile al piranha. Sono solo le 11 e soprassediamo. Facciamo il pieno prima di entrare in città (occorre sempre trovare un distributore abilitato a fornire carburante ai non boliviani, e non è sempre facile) dove alloggiamo all’ottimo Hostal PachaMama , con cortile interno dove possiamo parcheggiare le nostre moto (21$ la camera). Per cena abbiamo nella dispensa (una delle valige del Limonta) dei maccheroni con relativa salsa che facciamo cuocere nella cucina dell’hostal. Di secondo pane formaggio e caffè per concludere.
5 luglio
Sucre-Vallegrande km353
Curve, tantissime curve, ma oggi abbiamo in testa solo una cosa: raggiungere Vallegrande e rendere omaggio al Che. Alloggiamo all’Hostal Senador (12€ la singola con bagno) che è a due passi dalla piazza centrale e dispone di un ottimo parcheggio interno. Cena di lusso al ristorante Mirador che raggiungiamo avvalendoci di simpatici, funzionali ed economici moto-taxi.
La Higuera – 6 luglio 2024
Per tanti della mia generazione e non solo il Che ha rappresentato e rappresenta ben più che un poster da appendere alla parete di casa e raggiungere questo angolo sperduto di mondo era uno dei nostri obiettivi per questo viaggio. La Higuera è un piccolo villaggio a 2200 metri di quota, non più di venti abitazioni, a 60km da Vallegrande e lo si raggiunge percorrendo una strada sterrata in cattivo stato ancor di più oggi con la pioggia; decidiamo quindi di arrivarci con un “taxi” lasciando le nostre moto in ostello.
L’8 ottobre 1967 nella quebrada del Yuro si arrese, ferito, alle forze militari boliviane addestrate ed istruite dalla CIA; informato della cattura il presidente Barrientos ne ordinò l’uccisione che avvenne il giorno successivo appunto a La Higuera per mano di un soldato scelto per sorteggio. Nelle operazione di ricerca del Che e dei guerriglieri che lo affiancavano pare ci fossero anche marines americani addestrati a questo tipo di operazioni antiguerriglia.
Ismael, l’uomo nella foto con me, ha 73 anni e ne aveva 16 all’epoca dei fatti, un’esperienza emozionante averlo conosciuto; è lui che ci ha aperto la porta dell’abitazione, ora un piccolo museo, dove il Che trascorse la sua ultima notte. Ismael non lo vide da vivo, ma ricorda benissimo il momento in cui legarono il suo corpo al pattino di un elicottero che lo portò a Vallegrande. Una vita vissuta inseguendo ideali di libertà e riscatto per la gente di un Paese o meglio di un Continente, il Sud America, ostaggio della politica imperialista USA di quegli anni e degli anni a seguire.
Ernesto Guevara de la Serna, rivoluzionario certo, ma anche uomo colto, carismatico, laureato in medicina, che insegnava ai propri compagni di guerriglia a leggere e scrivere e li curava quando venivano feriti, attenzioni che non negava anche ai soldati nemici quando venivano catturati.
Hasta la victoria sempre Comandante Che Guevara.
Facciamo ritorno a Vallegrande con il cuore pieno di emozioni che sinceramente fatico a contenere e così anche Maurizio. Vallegrande è una bella e animata cittadina ed è piacevole camminare nel suo centro storico fermandoci tra le bancarelle per una birra o uno spiedino caldo. Nel pomeriggio ci rechiamo all’ufficio turistico per trovare una guida (indispensabile) che ci accompagni alla “lavanderia”, al mausoleo e al museo del Che. La “lavanderia” che oggi si trova all’interno dell’ospedale locale era davvero la lavanderia pubblica, ma la sua storia è legata al fatto che per 2 giorni su di essa è stato adagiato il cadavere del Che. Tutto è rimasto come in quei giorni dell’ottobre 1997.
Oggi io e Maurizio abbiamo vissuta una di quelle che da sole valgono un viaggio!
7 luglio
Vallegrande-Sacaba (Cochabamba) km 393
Giornata faticosa non tanto per i km fatti che comunque sono stati tutti su strade più che buone a parte le solite interruzioni per lavori, ma per le condizioni climatiche che abbiamo dovuto affrontare. L’autista che ieri ci ha portato a La Higuera ci aveva parlato di una zona chiamata “la Siberia” un nome niente affatto casuale. Saliti oltre i 3000m abbiamo incontrato nebbia a tratti fittissima che non ci consentiva di andare oltre i 40km con visiera del casco aperta; tutto questo per almeno una trentina di km e forse più. Arrivati ad una sorta di scollinamento un cartello stradale non lasciava dubbi: La Siberia. Scendendo di quota riappariva timidamente il sole e dopo qualche peripezia causa TomTom che ci ha portato nel cuore del mercato domenicale di Cochabamba siamo finalmente arrivati al nostro hotel Diamez Plaza di Sacaba (18€ la singola con bagno).
8 luglio
Sacaba-Viacha km 393
Lasciamo Viacha e la strada inizia subito a salire ; l’asfalto non è dei migliori e ci sono una infinità di camion e bus che soffrono terribilmente la pendenza . Ben presto inizio ad avere le mani gelate…..e per forza, viaggiamo stabilmente su un altopiano a 4000m e oltre di altezza! Quando finalmente iniziamo a scendere, si fa per dire, la strada diventa addirittura una superstrada a 4 corsie che ci porta a La Paz, o meglio a Viacha. Nonostante il Limonta suggerisse una strada secondaria per arrivarci evitando di farci incasinare nel traffico di La Paz, insisto per seguire le indicazioni del mio TomTom. Scelta drammaticamente sbagliata! Solo dopo un’ora di zigzag tra camion, auto, bancarelle e una moltitudine di gente riusciamo a venirne fuori ritrovando la strada per Viacha e il nostro Hotel Ingavi con rimessaggio delle moto in un corridoio interno.
9 luglio
Viacha-Puno km 286
Decidiamo di raggiungere Puno passando dal villaggio di Tiquina da dove si attraversa “l’estrecho” omonimo sul lago Titicaca a bordo di improbabili chiatte; la traversata dura 15m ed è rimasto tutto come quando nel 2010 vissi con Ivana la stessa esperienza. Raggiunto San Pedro sulla sponda opposta inizia una strada spettacolare con scorci sul lago meravigliosi. Dimenticavo che per non ricadere nel caos di La Paz quando lasciamo Viacha le indicazioni di Maurizio suggeriscono una alternativa che si rivela opportuna nonostante i 50 km di sterrato a tratti piuttosto malmesso. Raggiungiamo la dogana e in meno di 20m siamo in territorio Peruviano e via verso Puno dove arriviamo all’Hostel al tramonto.
10 luglio
Puno
Giornata dedicata a conoscere meglio questa animatissima città che già conoscevo essendoci stato nel 2010 con Ivana. Cerchiamo anche una agenzia per poterci regolarizzare per l’assicurazione della moto obbligatoria per circolare in Perù così come acquistare un sim per i nostri cell. Prima di mezzogiorno ci rechiamo al porto turistico in cerca di una imbarcazione che ci porti sulle isole a conoscere le locali comunità Uros. Ci accordiamo con Josè il “comandante” di una comodissima imbarcazione solo per noi due al costo di 35€ tutto compreso. Rispetto al 2010 è cambiato poco, ma ho l’impressione che queste suggestive isole galleggianti siano decisamente meno popolate . Su una di queste ne approfittiamo per mangiarci due ottime truche alla plancia (trote alla griglia) per pochi spiccioli . Un modo anche questo per aiutare questa gente affinché possa continuare a sopravvivere.
Cena al “Balcon de Puno” un ottimo locale dove tutte le sere si esibiscono gruppi folcloristici locali; un’ottima scelta.
11 luglio
Puno-Mazuco km 438
Lasciamo il nostro Hostal Su Casa (di positivo il cortile interno per le moto e il costo) di buon mattino nonostante siamo a 0 gradi perché fuori stanno allestendo il mercato e rischiamo di essere bloccati. La strada anche oggi con ottimo asfalto inizia a salire senza tregua finché raggiungiamo l’Abra Oquepuno e il cartello indica “Altitud. 4863 msnm. Ho le mani congelate e fatico ad usare il cell. per immortalare il tutto con una foto. La strada per la verità sale ancora un poco prima di iniziare una discesa tutta curve e tornanti che in un centinaio di km ci porta praticamente a 300m sul livello del mare; incredibile!!!!!
Inizia a piovere e gli ultimi km prima di raggiungere Mazuco dove ci fermeremo per la notte li facciamo guidando con prudenza. Alloggiamo all’hotel Inambari, 18€ la camera singola con bagno; la più bella camera di tutto il viaggio sin qui. Ottima cena al ristorante Charapita per chiudere in bellezza la giornata.
12 luglio
Mazuco-Puerto Maldonado km 180
Tappa leggera di trasferimento sempre sull’ottima “transoceanica” (o in portoghese Estrada do Pacifico) un asse di connessione tra Perù e Brasile unendo i due oceani Pacifico da un lato e Atlantico dall’altro. Alloggiamo all’ottimo Hotel Centenario a pochi passi dalla Plaza des Armas.
13 luglio
Puerto Maldonado
Siamo praticamente scesi dalle Ande e calati in Amazzonia!
Una intera giornata dedicata a calarci in questa nuova realtà ambientale grazie a due escursioni organizzate con due agenzie che abbondano in città. Sveglia alle 4.30, caffè e via in barca (solo per me e Maurizio ) lungo il Rio Madre de Dios. 40 minuti di freddo boia che faticherò a dimenticare; arrivo anche ad utilizzare alcuni giubbotti salvagente per coprirmi, ma finalmente raggiungiamo l’ingresso alla Riserva Nazionale di Tombopata, un vero miracolo della natura che attraversiamo con una camminata di un’ora prima di raggiungere la riva del lago Sandoval che visitiamo utilizzando una piccola barca rigorosamente a remi perché la navigazione a motore non è consentita. Riusciamo a scorgere e fotografare caimani, scimmie, lontre giganti endemiche di questo lago e diverse speci di uccelli. Il freddo è decisamente meno intenso e riusciamo a goderci appieno questa esperienza. Pausa di un paio d’ore e via di nuovo in barca, sempre a remi, per una battuta di pesca al piranha sul lago Sandoval, esperienza piacevolissima ma assolutamente poco proficua….stante anche l’attrezzatura a disposizione del tutto precaria, ma in fondo va bene così.
14 luglio
Puerto Maldonado-Xapuri Km 412
Lasciata la vivace Puerto Maldonado riprendiamo la 317 “transpacifica” dirigendoci verso il border con il Brasile che superiamo in non più di un quarto d’ora. Ci fermiamo per la notte dopo 420km nel villaggio di Xapuri deviando dalla 317 per una dozzina di km. La scelta non è affatto casuale ma rappresentava uno degli obiettivi di questo viaggio. Qui è nato ed è stato ammazzato poco più che trentenne Francisco Alves Mendes Filho meglio conosciuto come CHICO MENDES, un uomo la cui storia andrebbe insegnata nelle scuole. Il gruppo dei Nomadi gli dedicò una bellissima canzone “Ricordati di Chico” il cui testo vale più di altre 1000 parole.
15 luglio
Xapuri-Porto Velho km 665
16 luglio
Porto Velho
Brasile ,Porto Velho
Giornata dedicata alla manutenzione moto, cambio gomme, cambio olio, ingrassaggi e altre varie .Domani si riprende la strada puntando Nord direzione Manaus percorrendo la famigerata RODOVIA BR319 che collega appunto Porto Velho con Manaus capitale dello Stato dell Amazonia .890 km di cui 690 km di pista.
17 luglio
Porto Velho-Posada Rica. Km 579
La 319 una strada incredibile ! Primi 200 km asfalto poi sterrato a tratti buono e tratti davvero impegnativo e tanta, tanta polvere. Sorpassare i camion poi una vera e propria impresa al buio. Ci imbattiamo anche in un tratto dove stanno sistemando la carreggiata con fango pesante dove finisco inevitabilmente per terra. Nessun problema se non la leva del freno leggermente piegata. Sistemeremo. Finalmente raggiungiamo una “posada” dove passare la notte. Certo non un hotel 5 stelle, ma quantomeno un letto e un piatto per la cena a base di pollo, fagioli, riso e pollo. Non c’è acqua e la corrente è alimentata da un generatore, ma va bene cosi. Ci laveremo e ci toglieremo da dosso tutta la polvere una volta raggiunta Manaus che dista ancora un 300km. Un ottimo sigaro per chiudere in bellezza la giornata. Morale: se mi avessero detto che a settant’anni suonati avrei vissuti una esperienza del genere credo avrei faticato a crederci!
18 luglio
Posada Rica-Posada Monato. Km 48 (-145 da Manaus)
Ripartiamo con l’obiettivo di raggiungere Manaus in giornata, ma raggiunto un punto dove occorre attraversare il fiume su una chiatta ci fermiamo peer rifornirci “in nero on the road” (..da bottiglia)”. Il posto è molto invitante e c’è una splendida posada con camere con bagno e doccia; non solo, possiamo organizzarci per una battuta di pesca che si preannuncia invitante.
L’uscita in barca per la battuta di pesca si è rivelata anche in questo caso infruttuosa, ma tant’è, navigare su questo tratto di fiume nel cuore della Amazzonia offre scorci di natura davvero incredibili. Quando torniamo a riva si avvicina alla barca uni splendido esemplare di delfino endemico di queste acque. Un altro regalo di questo angolo sperduto di mondo.
19 luglio
Posada Monato-Manaus km269
Attraversiamo il fiume con la chiatta che opera pressoché incessantemente dall’alba a ben oltre il tramonto; il tratto che collega l’approdo alla strada è particolarmente ripido e gli autoarticolati più grossi devo risalirlo trainati da una ruspa. Pochi km e un cartello indica l'inizio dell'asfalto e non possiamo che tirare un grosso sospiro di sollievo dopo 700km di sterrato! Strade “problematiche” in giro per il mondo ne avevo già assaggiate (Carettera Austral, Dalton Highway, Ruta40 15 anni fa prima dell’asfalto, India, Pamir per un tratto, Kazakistan e Uzbekistan, Stuart Highway,…) ma solo le piste del Nord in Mongolia erano state decisamente più impegnative. La R319 ha messo a dura prova la motoretta che sin qui si comporta egregiamente. A che servirebbe su queste strade una moto da 300kg che costa poi 6 volte la mia “cinesina". Certo con questa non ci si va in autostrada o con la compagna al mare nei we, ma qui è divertimento puro…..e soprattutto poca fatica. Ho una mia teoria su quello che è la moto ideale: dipende dall’uso che se ne fa e dalle caratteristiche di chi la porta; come un vestito che devi sentirti bene addosso. Non lo dico da esperto ma di moto ne ho avute diverse in momenti e stagioni diversa della vita.
Prima di aggiungere Manaus si attraversa a bordo di grosse chiatte il Rio Negro ed è proprio all'imbarco che conosciamo un ragazzo Colombiano che vive qui ed è appassionato di pesca e ha con se tutta la relativa attrezzatura. Prima di salutarci mi regala un "rapala" (un'esca artificiale molto usata anche da mio) che provvedo a sistemare sul cruscotto a mò di portafortuna (....e che perderò inesorabilmente lungo la strada nei giorni successivi).
20-21 luglio
MANAUS
Due giorni in questa assurda metropoli con oltre 2 mil di abitanti capitale della regione Amazzonica dove la congiunzione del Rio Negro con il Rio Solimões danno origine al Rio delle Amazzoni; l’effetto cromatico determinato dalle acque scure del primo con quelle fangose del secondo è anche quello qualcosa di unico.
Alloggiamo allo splendido Hostel Manaus, economico e curatissimo nei dettagli; le camere hanno i servizi in comune ma poco importa. La cucina ad uso degli ospiti è top e non possiamo che usufruirne per cucinare degli ottimi spaghetti.
La zona del porto con il mercato centrale e soprattutto quello del pesce sono uno spettacolo di colori, profumi e vitalità. Incredibile la quantità di pesce d’ogni tipo che possiamo ammirare, davvero qualcosa di inimmaginabile.
Manaus è del resto il centro di ogni attività commerciale che si sviluppa in questa regione, un crocevia strategico incredibilmente attivo.
22-23 luglio
Navigazione sul Rio delle Amazzoni da Manaus a Santarem
Manaus e la navigazione sul Rio delle Amazzoni sino a Santarém era uno dei nostri obiettivi per questo viaggio. Lasciata la vivacissima Manaus e lo splendido omonimo Hostel, ci imbarchiamo sul battello che in 36h di navigazione lungo il Rio ci porterà a Santarem. Io e Maurizio Limonta ci siamo dotati per la bisogna di due splendide amache avendo ovviamente optato per questa soluzione e non per una più confortevole ma meno adeguata cabina. Saliamo tra gli ultimi e i posti per collocare le nostre amache sono ristrettissimi…..ma troveremo una soluzione! Incredibili le dimensioni di questo corso d’acqua che di fatto rappresenta anche la migliore via di comunicazione in questa vastissima regione. Ci navigano battelli come il nostro, ma anche navi portacontainers e petroliere. Il tramonto a poppa e il sorgere del sole a prua sdraiato sulla mia amaca sono immagini che porterò per sempre tra i ricordi di questa avventura, del resto questo “viaggio nel viaggio” era un sogno che cullavo da tempo. Una considerazione a margine é doveroso farla: 36h su una imbarcazione come questa essenziale (generoso) nei servizi bastano e avanzano…e menomale che il Limonta (addetto alla cambusa) si era premunito con una mezza dozzina di uova sode, gallette, biscotti…e altra roba andata a male per via del caldo. Arrivati a Santarem alloggiamo allo splendido Tapajos Center Hotel (25€ per la singola) affacciato sul “lungomare”, sí perché qui il Rio sembra davvero un mare, tutt’altro che un fiume.

24 Luglio
Santarem-Trairao km 383
Splendido asfalto all’inizio fatta eccezione per qualche breve tratto sterrato poi ecco la R163 di cui avevamo letto per il suo trafficatissimo transito di autotreni. Come se non bastasse ecco una trentina di km sterrati di ghiaia, sabbia e soprattutto tantissima polvere alzata dai camion che riduce la visibilità a pochi metri…e superarli diventa un terno al lotto anche perché viaggiano a velocità sostenuta. Ho anche lo sterzo che lavora male per via dei cuscinetti malandati che dovrò necessariamente trovare il modo di sostituire; sull’asfalto nessun problema ma nei tratti sterrati è davvero difficile. Raggiunta Trairao ci fermiamo all’hotel Point, carino ed economico. Un salto da un meccanico per tirare almeno un po’ il cuscinetto sul manubrio e cena a base di birre e hamburger nel locale adiacente l’hotel.
25 luglio
Trairao-Castelo dos Solhos Km 473
siamo nella regione del Parà, una striscia d’asfalto che taglia distese infinite di praterie dove pascolano migliaia di bovini e coltivazioni intensive di mais, soia e miglio. Silos di dimensioni mai viste e impianti di biomassa di ultima generazione….sì, perché qui si produce etanolo (biodiesel) dove invece fino a pochi decenni fa era ancora foresta vergine amazzonica. Deforestazione che continua tuttora e gli incendi che continuano ad imperversare ne sono la prova evidente. Fortunatamente lo sterzo sembra andar meglio dopo l’operazione di pulitura e ingrassaggio delle ghiere dove il fa co si era accumulato. Decidiamo di fermarci all’anonima cittadina di Castelo dos Solhos dove alloggiamo all’altrettanto anonimo, ma economico Hotel Amazonas.
26 luglio
Castelo dos Solhos-Sorriso km 525
Lasciata la regione del Para ed entriamo nel Mato Grosso
Tutto esattamente come la tappa di ieri; non credo di aver mai superati tanti camion come in questi due giorni in tutta la mia vita! Il problema è che questi viaggiano a 90/100 km/h (il limite sarebbe di 80) e devo spremere tutti i 30cv scarsi della mia “cinesina” per sorpassarli con il terrore a volte di non riuscirci prima di incrociarne un altro che arriva dalla direzione opposta. Va meglio il Limonta che con la sua Teneré ha decisamente più gas!
27 luglio
Sorriso-Bom Jardin Km 327.
Anche oggi tappa di trasferimento sulla stessa falsariga dei 3 giorni precedenti. Avevo letto su Loney di Bom Jardin e di alcune interessanti cose da vedere lasciando per circa 60 km la BR163. Lungo la strada scorgiamo un cartello indicante un campeggio/pousada e decidiamo di fermarci informandoci del costo e di come poi raggiungere il “lago azione” di cui avevo letto. La sistemazione fa al caso nostro e ci organizziamo con una guida (indispensabile) per nuotare in questo splendido specchio d’acqua attorniati da pesci indifferenti alla nostra presenza. Il tutto è organizzato in loco dove vengono fornite scarpette, giubbetto salvagente e ovviamente maschera e boccaglio. Piacevolissima esperienza.
Nel campeggio oltre a noi due non più di altre 5/6 persone; cena più che dignitosa in un ambiente tranquillo e a misura di viaggiatore.
28 luglio
Bom Jardin-Cuiaba km 257
Usciti dalla trafficatissima BR163 la strada che in meno di quattro ore ci porta a Cuiaba scorre attraverso distese di pascoli e campi coltivati dove incrociamo pochissime auto e men che meno gli odiatissimi camion. Troviamo alloggio all’Hotel San Marino (…ci ispirava il nome) una modestissima ed economica soluzione che più di un hotel sembra un centro di raccolta profughi con ospiti locali (operai dei vicini cantieri stradali) che bivaccano all’esterno delle camere. Va bene così anche perché a meno di un km c’è Pedronize Motos, l’officina suggeritami e già contattata dal mio amico Luiz, un motociclista brasiliano che avevo conosciuto 9 anni fa in Terra del Fuoco.
29 Luglio
Cuiaba- sono le 8 quando come d’accordo portiamo le moto da Allison il meccanico di Pedronize Motos dove torneremo nel pomeriggio sperando sia risolto soprattutto il mio problema dei cuscinetti dello sterzo decisamente alla frutta….e arrivare fin qui in quelle condizioni è stato davvero un mezzo miracolo.

La traduzione di MATO GROSSO è “fitta boscaglia”…quella che oggi non esiste più. Cuiaba dive io e Maurizio Limonta ci troviamo è una città moderna con oltre 700.000 abitanti, una città del tutto anonima, ordinata,pulita e con un parco automobili che non ha nemmeno la Lombardia . Al 2017 (dato ampiamente superato) un’area quanto più di due volte l’Italia è stata disboscata per lasciare spazio ad uno sfruttamento del territorio destinato a pascolo (nel solo Mato Grosso oltre 30milioni di bovini) e agricoltura (soia, mais e canna da zucchero) non solo finalizzata a scopi alimentari. Il Brasile è all’avanguardia nella produzione di biodiesel….si distrugge la natura per produrre energia green. Non esprimo giudizi, mi limito ad osservare e vedere di persona cosa sta succedendo in questo angolo di mondo in cui la “fitta Boscaglia” è ormai un ricordo.
È ormai sera quando torniamo da Allison che davvero ha fatto un gran bel lavoro: sostituito cuscinetti dello sterzo, pastiglie freni, controllo generale con sistemazione leva del freno posteriore, grassaggio catena e pignone, ecc. Bravissimo e soprattutto onesto dal momento che il tutto mi è costato 120€. Unico neo il fatto che mi hanno lavato il Voge che ora sembra appena uscito dalla concessionaria e non sembra affatto aver alle spalle tutti i suoi 9000km fatti su queste strade.
30 luglio
Cuiaba-Port Jofre (Pantanal) km 250
La “Pantanaeira”
Il Pantanal. Per arrivarci da Cujaba c’è una sola possibilità: 100km di asfalto per arrivare a Poconé dove inizia la Transpantaneira uno sterrato di 150km che termina a Porto Jofre. Il percorso va poi rifatto pari pari al ritorno. Le difficoltà si misurano a seconda delle capacità di ognuno, ma posso assicurare che quei 150kmx2 non sono una passeggiata; tratti dove si può dare gas ad altri di sabbia e ghiaia, la cinquantina di ponti da superare come quello in foto …..ma soprattutto polvere, tanta polvere! Lo spettacolo della natura regalatoci dal Pantanal ci ha tuttavia ampiamente ripagati della fatica fatta per arrivarci. E pazienza se il giaguaro non siamo riusciti a vederlo durante la nostra escursione in barca; bene così l’importante è che ci sia e venga protetto così come questo straordinario territorio….poi mica deve per forza mostrarsi a due buontemponi come me e Maurizio.
Alloggiamo al Porto Jofre Pantanal pousada e camping (Pousada de Neco) la sistemazione più economica e spartana del luogo.


31 luglio
Port Jofre-Jaciara km 396
Rifacciamo a ritroso il percorso di ieri sulla Transpantaneira sino a Poconé e nei pressi di Cujaba riprendiamo la BR364 che senza farci entrare in città ci porta verso Est e qui di Jaciara la nostra destinazione per oggi. Dopo i 300km di sterrato, a tratti davvero difficile, ritrovarsi a viaggiare su una superstrada a 4 corsie, beh….finalmente. Anche i camion non sono più un grosso problema e a parte il gran caldo tutto ok.
Prendiamo 2 camere all’Hotel Gloria più che bello e facciamo sulla 364. Cena street food a base di spiedini di pollo e carne e le solite birre; ottimo ed economico.
1 agosto
Jaciara-Nova Alvorada do Sul Km 681
Tanta strada sulla noiosissima BR163 con tratti a 2, 3 e 4 corsie dove camion a 9 assi corrono come dannati. Tutto un saliscendi con salite dove questi bisonti faticano a salire carichi come sono, e discese ripidissime dove corrono a 100/110kmh rendendo difficile con la mia motina superarli. Una striscia d’asfalto che scorre tra distese coltivate a canna da zucchero, soia e mais. Ho la frizione che lavora male e quando ci fermiamo per la notte al dignitoso ed economico Hotel Cochoeira (14€ camera singola con bagno e approfittiamo per sostituire il cavo con quello rimediato dal meccanico a Puerto Maldonato. Ottima pizza nel locale adiacente l’hotel.
2 agosto
Nova Alvorada do Sul-Foz de Iguazu km607
Riprendiamo di buon mattino la nostra BR163, ma la frizione lavora ma e decidiamo di fermarci da un meccanico a Durados che per pochi spiccioli (meno di 10€) mi cambia filo e guaina e ripartiamo . Poco prima di entrare nella città di Guairà prendiamo un modernissimo ponte lungo quasi 3 km che attraversa l’imponente Rio Parana. Abbiamo infatti lasciato il Mato Grosso del Sud e siamo nella regione del Parana, forse la più ricca del Brasile.
Arriviamo a Foz de Iguazu dopo il tramonto e ci affidiamo ai consigli del mio Loney Planet prendendo due camere alla Pousada Sonho Meo per 25€ cad,; ottima scelta a buon prezzo in rapporto agli standard degli hotel della città tutti molto più cari.
3 agosto
Foz de Iguazu
Giornata dedicata alla visita delle Cataratas de Iguazu….e non ci perdiamo nulla di questo gigantesco miracolo della natura; ancora ben più maestose queste cascate rispetto alle Vittoria che avevo potuto ammirare in passato. Delle cascate di Iguazu avevo letto e ne avevo sentito parlare, ma lo spettacolo che abbiamo ammirato ha superato ogni immaginazione. Se poi con il Maurizio si ha la sciagurata intuizione di imbarcarci su un gommone che porta gli ignari passeggeri a farsi una doccia sotto queste robe qui quando si pensava a qualche spruzzo tipo nebulizzatore…..l’impressione era di trovarsi dentro una centrifuga senza via d’uscita!
Ne usciamo bagnati fradici nonostante l’antipioggia che pensavamo fosse sufficiente a risparmiarci la doccia! Occorre dire che nonostante l’afflusso di visitatori l’organizzazione è davvero apprezzabile; al nostro arrivo veniamo subito intercettati da una hostess che in ottimo inglese ci indirizza alle biglietterie dandoci indicazioni e consigli sulle varie opzioni disponibili.
Per due sere ceniamo alla Churrascaria Bufalo Branco, adiacenta alla pousada che si rivela un’ottima scelta.
4 agosto
Foz de Iguazu-Palmeira das Missões Km 540
Lasciamo la regione del Paranà per entrare in quella di Missiones. È domenica e il traffico di camion è minore, ma nemmeno poi di tanto. Strade comunque belle anche se non più con lunghi tratti a 4 corsie; un saliscendi continuo in mezzo a praterie e colline verdissime che a tratti ricordano la nostra Toscana. Nei pressi di Marmelandia attraversiamo il Rio Iguazu, altro imponente corso d’acqua del Brasile.
Arriviamo alla nostra destinazione di oggi dopo una giornata senza sole e quindi con una temperatura ideale per stare in moto nonostante l’ultima parte fosse disturbata da una fastidiosa pioggerella. Alloggiamo all’Hotel Avenida per 70 Real, meno di 12€ per una camera singola con bagno e colazione. Hamburger nel locale (eccessivo considerarlo un ristorante) accanto all’hotel frequentato da chiassosi clienti locali, ma va benissimo così.

5 agosto
Meira das Missões-Bagé. Km 462
Ha diluviato tutta notte e il sonno era disturbato oltre che dai tuoni anche dal pensiero per l’indomani le cui previsioni non erano delle migliori. Fortunatamente invece il meteo ci è stato amico e nel primo pomeriggio eravamo già a Bagé la nostra meta di oggi, grazie anche a strade poco trafficate, con un asfalto discreto, tante curve e finalmente con pochissimi camion da superare.
6 agosto
Bagè-Montevideo. Km 532
…..e per chiudere in bellezza questo viaggio…oggi 540km sotto il diluvio accompagnato a tratti da vento e nebbia….ma siamo sopravvissuti!
7/8 agosto
Montevideo – Hostel Circus
Fine di una avventura che io e Maurizio abbiamo vissuto e raccontato, come ha scritto un amico, “con leggerezza”. Ci siamo divertiti ma abbiamo anche affrontato strade (1000km circa di sterrati) e momenti difficili che in un viaggio come questo sono da mettere in conto. Nessuna pianificazione, come sempre per quanto mi riguarda, se non alcuni obiettivi che io e Maurizio ci eravamo prefissi: correre con le nostre moto sul Salar di Uyuni, solcare il lago Titicaca, navigare sul Rio delle Amazzoni da Manaus a Santarem e raggiungere il Pantanal percorrendo la Pantanaeira. Due momenti per noi emotivamente coinvolgenti e toccanti sono stati raggiungere La Higuera (Bolivia) e Xapuri (Amazzonia)nel ricordo del Che e di Chico Mendes. Volevamo anche toccare con mano quanto sta accadendo in Amazzonia dove da decenni ormai la mano dell’uomo sta causando danni irreparabili. Gioia di viaggiare inseguendo le nostre passioni e i nostri sogni in perfetta sintonia con Maurizio.

visioni di viaggio - 2014
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